Finalmente. Dopo due mesi di lavori, la Gam di Torino entra ufficialmente nell’anno primo dell’era Eccher. Con un riassetto delle collezioni, uno spazio underground dedicato ai giovani artisti e molte altre novità. Ce ne parla il direttore, attendendo che venerdì sera si aprano le porte della Galleria d’Arte Moderna...
pubblicato mercoledì 21 ottobre 2009
Danilo Eccher, arrivi in una Torino che forse si sta lasciando alle spalle i ruggenti anni Novanta e la prima metà dei Duemila che l’avevano vista indiscussa capitale del contemporaneo nel paese…
Credo che Torino continui ad essere la capitale italiana dell’arte contemporanea: oltre alla GAM ci sono il Castello di Rivoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Merz, altre fondazioni e associazioni per giovani artisti come Barriera, un collezionismo solido e molto preparato, alcune fra le più importanti gallerie d’arte e, soprattutto, alcuni fra i più importanti artisti italiani, da quelli storici ai più giovani.
In un paio di mesi già una piccola rivoluzione. Cosa avete cambiato all’interno dello stabile di via Magenta?
Non si tratta di una rivoluzione ma di uno sviluppo: la GAM è uno dei più antichi e prestigiosi musei d’arte moderna e contemporanea. Pier Giovanni Castagnoli, che mi ha preceduto alla direzione, ha svolto un egregio lavoro e io vorrei riprenderlo, aggiornarlo, svilupparlo. Ovviamente ogni direttore ha una specifica personalità ed è naturale che questa emerga dalla gestione del museo, ma non c’è bisogno di rivoluzionare nulla.
In particolare per il riallestimento delle collezioni c’è un progetto di lungo periodo che coinvolgerà personaggi esterni alla Galleria. Ce ne parli?
Il progetto è molto complesso e nasce da un approfondito studio sulle ricche collezioni permanenti della GAM e da numerosi incontri e colloqui con studiosi di varie discipline. È così nato un progetto museografico che tende a riordinare il patrimonio di opere del museo lungo itinerari tematici e non più secondo un ordine cronologico. Non si tratta di una novità in assoluto, la Tate Modern l’ha fatto quasi dieci anni fa poi è stata la volta del MoMA di New York, quindi del Reina Sofia di Madrid e di molti altri. Su questo impianto generale abbiamo però cercato di innestare alcune variabili, chiedendo di individuare le aree tematiche a studiosi di discipline diverse dalla Storia dell’Arte…
Un’altra novità è dedicata ai giovani artisti, che metterete sottoterra…
GAM Underground Project è uno spazio di quasi mille mq, dove sarà possibile realizzare un grande progetto dedicato ai giovani artisti, alla sperimentazione e ai nuovi linguaggi. Inizieremo con una personale di Ian Kiaer per poi continuare con alcune delle più significative personalità della scena internazionale emergente. Questo progetto, a cura di Elena Volpato, si affiancherà alla nuova “Videoteca”, dove potremo presentare una collezione video che è una delle più vaste d’Europa.
Quale sarà la prossima grande mostra dopo Il Teatro della Performance, cosa ospiterete nello spazio Underground Project e quali saranno i focus proposti da Wunderkammern?
Intanto siamo concentrati sull’apertura della nuova sistemazione della GAM, su una mostra come Teatro della Performance che vede il “ritorno” a Torino delle opere di Kazuo Shiraga esposte per la prima volta nel 1959, ma anche i lavori di Michelangelo Pistoletto dei primi anni Sessanta o i disegni di Gilbert & George, che proprio nelle sale della GAM hanno tenuto la loro prima performance in Italia nel 1970, e poi Hermann Nitsch, Marina Abramovic, che realizza un progetto specifico per la GAM restaurando il sonoro delle sue prime performance, e poi Paul McCarthy e John Bock. Va poi sottolineata l’importanza di un prezioso progetto come “Wunderkammer”, a cura di Virginia Bertone, dove ogni due mesi esporremo delle piccole gioie, delle autentiche meraviglie della nostra collezione, come gli undici disegni di Pietro Giacomo Palmieri che presenteremo all’apertura.
Ok, ora basta. Avete letto anche troppo. Solo che non è tutto. Perché su Exibart.onpaper di novembre l’intervista a Danilo Eccher prosegue, con altri argomenti stuzzicanti, quali: riuscirà Torino a resistere ai colpi della crisi e a mantenere la sua fama di capitale italiana dell’arte contemporanea? E dove mai troverà, la GAM, altro spazio per piazzare le sue 45mila opere? Come condurrà il neodirettore trentino la traversata verso nuovi - e più “ampi” - orizzonti?
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a cura di massimiliano tonelli
dal 23 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010
Nuovo riallestimento collezioni
Il Teatro della Performance - a cura di Danilo Eccher
The GAM Underground Project - Ian Kiaer - a cura di Elena Volpato
Wunderkammer #1 - Pietro Giacomo Palmieri
GAM - Galleria d’Arte Moderna e contemporanea
Via Magenta 31 (zona Politecnico) - 10128 Torino
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; giovedì ore 10-22 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso: intero € 7,50; ridotto € 6; gratuito il primo martedì del mese
Info: tel. +39 0114429518; fax +39 0114429550; gam@fondazionetorinomusei.it; www.gamtorino.it
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