1-6 ottobre 2009 presso Rebacco Wine + Art Showroom
Di se stessa ama ricordare quando, ancora piccolina, le era interdetto l'accesso alla camera oscura dove il papà sviluppava negativi amatoriali. Chiara Caprasecca avrebbe scoperto la passione per la fotografia molti anni più tardi, grazie a insegnanti che hanno saputo cogliere il suo talento anticonformista e sperimentale. Dopo intensi studi autodidattici l'approdo al Centro Sperimentale di Fotografia di Roma, fino a questa personale “Proiezioni Materiche”.
La vena sperimentale di questa giovane fotografa romana (classe 1984) si esplica al meglio negli scatti che danno ispirazione al titolo per questa personale: il senso immediato di straniamento per la visione delle figure (di primissimo acchito comprensibili quanto ingannatrici) che mettono invece in discussione le capacità interpretative dell'occhio. Cosa sono quei corpi attraversati e compenetrati da dettagli inafferrabilmente anatomici? La risposta richiede osservazioni partecipi ed attente che comunque potrebbero non garantire chiarezza di verdetto.
Le proiezioni materiche di Chiara Caprasecca creano un'esperienza visiva degna di menzione e pregna di senso: quale cosa al giorno di oggi può garantirsi pura, scevra da influenze esterne e sgombra da orpelli votati al mero apparire? La molteplicità degli strati visuali crea compenetrazioni di senso e, infine, forme nuove.
Nelle pregevoli fotografie di nudo invece, la luce invade i territori dell'ombra in modo netto ma al tempo stesso discreto. La danza delle luci sui corpi che si offrono al suo obbiettivo, in pose mai scontate, rivela le mille imperfezioni che si nascondono dietro un'apparenza eccelsa. Forse è proprio la descrizione della tensione corporea, il saper cogliere con precisione dettagli imperfetti a interessare le lenti di quest'artista.
E' una fotografia che non è paga della semplice rappresentazione statica, ma cerca quando possibile insolite descrizioni della posa plastica. Alla visione consegue quindi uno svelamento lento e straniante, che coglie lo spettatore e lo spinge a una riflessione estetica.
Chiara Caprasecca sa così esprimere al meglio sperimentazione e interpretazione dinamica di forme classiche. Due attitudini che si risolvono in un'abilità peculiare, non comune e di ottimo impatto.
Marco Lipford
Commenti 1
Inserisci commento