Reflexes
Mostre, Napoli, 01 January 1970
La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l’ intera verità.
Mavlana Rumi, sec. XIII

La prima personale dell’artista Stefania Sabatino presso lo Studio d’ Arte LE MUSE di Napoli, si inaugurerà sabato 27 novembre 2010, ore 18.30, con la presentazione di Maresa Galli. La mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio 2011.
Le opere pittoriche della Sabatino, dalle calde cromie e dall’ atmosfera onirica, si contrappongono in mostra, ad un ‘ installazione dove regna un’ aria rarefatta e disorientante.
Corpi dalle forme generose e rassicuranti dei dipinti, ignari delle mode e dei dettami sociali del mondo patinato, si fronteggiano con esseri acefali, ombre scomposte e sconnesse, immagini riflesse e deformate dei volti sfigurati dell’ installazione.
Il tutto rimanda il visitatore ad un mondo dicotomico dove l’anima e il CORPO, la spiritualità e l’IMMAGINE, l’invisibile e il VISIBILE, si scontrano di fronte ad uno SPECCHIO. L’ oggetto magico, assurto dalla società globale e narcisistica a strumento su cui proiettare il proprio IO, capace di un oblio tale per cui, l’uomo egoico non comprenda più di ESSERE.
Il corpo ostentato, strumento di lavoro e di conquista, diviso in pezzi da modificare e ridisegnare, moderne reliquie di una corsa macabra e scellerata. Il corpo costretto da una continua interazione con i nuovi media a farsi mutante, ibridato, smaterializzato, artificiale, tecnologico.
Ri - farsi, trans - formarsi, trans - figurarsi, ri - configurarsi, modificarsi in identità diverse dal genere di appartenenza, permettendosi di sondare un territorio dove il vero e il verosimile, il reale e l’apparente, il tutto e il nulla, convivono in un mistero trinitario.
Un corpo, che all’improvviso diventa oggetto privilegiato, il fulcro di una concezione che potrebbe fare sue le parole di Mefistofele a Faust: “ La vita è qui, è carne, sangue, ricchezze, gloria, fama, forza, la vita è il corpo”.
Una metamorfosi fisica e di identità per una ricerca orientata ad esplorare altri spazi della mente, capaci di capovolgere il principio cristiano del verbo che si fece carne in…carne che si fa verbo.
Nascono oggi, incessantemente e senza nessun limite, le fantasie di cesellare il proprio corpo, i tentativi continui di controllare gli stimoli fisici fino al loro annullamento, soggiogati dall’angoscia di autodistruzione che porta all’annientamento dell’ Anima.
Non si sussiste, se non attraverso la mediazione dello specchio, dove l’anima sbriciolata dalla moderna civiltà dell’immagine ci porta a credere in un unico dogma: SE NON APPARI, NON ESISTI !

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