I frammenti cartacei divengono una soluzione alternativa al medium della pittura, data da quelle qualità ludiche e sensuali della carta, che mescolano la vita alla libera immaginazione. Saldato nell’illusione della profondità, anche il colore assume nuova forza e vigore compositivo.
La mostra viene così strutturata secondo un excursus del materiale plastico.
Dal pieno al vuoto, con graduale consapevolezza di soluzioni.
La riduzione a frammento compositivo, che lascia spazio alle pause riflessive, non esclude un illogico confronto al caos.
Gesti simbolici, fatti di pure sensazioni, tendenti a riscoprire paesaggi mentali d’identità interiore. Una natura di carta, senza equivoci, pura, immediata, sensibile e libera.
Il taglio, lo strappo, l’impronta, sono i risultati poetici equivalenti a chiare rappresentazioni di testo. Con un inconscio istinto surrealista, Gabriella Martines realizza dei “collage dipinti a mano” sulle intuite orme dei grandi maestri.
Forma, materia e colore divengono materiali autobiografici d’irrazionale ispirazione.
Un mosaico di sentimentalità quotidiana tradotta nell’effimero luogo della carta.
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