E’ una proposta espositiva che intende testimoniare la vivacità di due generi artistici, originati da contesti storici novecenteschi, scelti e rielaborati dalle nuove leve; tale passaggio generazionale comporta anche la perdita di una certa aura avanguardistica a vantaggio di un novello sviluppo di senso, lasciato libero di crescere e di sprigionare differenti forme espressive.
Le indagini e i problemi di oggi si spostano su altri terreni di analisi.
Anzitutto non vanno dimenticati la notorietà e il successo finanziario dell’arte neo oggettuale. Si tratta dell’estetica del kitsch che è anche essa una filiazione del Novecento. Anche se cavalca l’onda della fama il kitsch rimane soltanto una parziale rappresentazione del mondo artistico. La sua forza è nella provocazione che ha origine dal processo dissacratorio attraverso il quale estremizza il concetto di oggetto merce, defunzionalizzandolo definitivamente; l’oggetto viene irriso come feticcio e nello stesso tempo sfornato in tutti i comparti, specie in quelli di moda e costume. La storica contestazione di Duchamp è stravolta e l’anticonformismo di facciata del neo oggettuale è aristocratica presa di distanza dalla “massa” attraverso una denuncia barbina.
Il neo astrattismo e il neo informale restano invece capaci di uno sguardo critico, a partire dalle rispettive scelte, pronto a confrontarsi con la tecno arte che mette a disposizione la sua interattività, le sue continue evoluzioni declinabili con ogni forma artistica che si metta in gioco.
E’ anche da sottolineare l’abbattimento degli steccati che opponevano in passato gli artisti figurativi a quelli che non lo erano: le difficoltà restano, ma la comunicazione e gli scambi sono più fluidi e si può accennare ad una estetica eclettica, aperta, ad un’arte totale che era già il vecchio sogno dei secessionisti di fine Ottocento.
Commenti 7
E' per me un grande onore poter partecipare. Grazie quindi di cuore.
M.Cristina Neviani
I miei complimenti e un grande in bocca al lupo!
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