“Madre Materia”
Se l’arte contemporanea talvolta smarrisce e travalica i confini del gusto, ciò non vale per le opere di questa rassegna che trovano collocazione, senza dubbio, nella categoria del Bello. Il mondo ha bisogno di bellezza, la bellezza salverà il mondo. Dobbiamo nutrirci di bellezza come antidoto al caos, al disordine della vita.L’arte è energia nella realtà e della realtà: dà corpo e forma a idee, impressioni, ricordi, visioni dell’artista. Ognuno di loro, racconta storie in modo diverso.Con l’oro e gli occhi d’azzurro delle ceramiche di Oscar Piattella, che rimandano ai riflessi della materia viva e della polvere delle sue conchiglie, o con il linguaggio monocromatico, la luce d’argento e l’essenza di un costruttore che libera le forme come Giuseppe Uncini. Eppoi l’alone totemico di Franco Troiani, il verde che rimanda all’origine della vita di Giacomo Balla e il giallo, il colore dell’immaginazione. Vita e passione emergono dal rosso forte nelle ceramiche di Mario Schifano con il bianco libero di un cavallo, e il blu sereno con gli animali di Luciano Minguzzi. Sante Monachesi è l’architetto che sorride a forme della natura che hanno quella luce, che solo il colore nato dal fuoco puo’ dare.Tony Bellucci che appare come una sorta di Aristotele dell’arte con la sua ingegnosa catalogazione dei segni di un linguaggio, racconta all’uomo dell’uomo.E Franco Bastianelli di Laurana, “l’artista degli smalti”, presenta sculture di forte spessore materico e stilistico, fra cui un “Atomo” blu in smalto a gran fuoco: metafora dell’energia ed espressione della potenza della materia.La storia artistica di questi autori si dipana non solo nel tempo, ma anche grazie al tempo e la loro poetica si arricchisce grazie a un percorso fatto col Dio del Fuoco con cui si alleano per generare le loro creature.Sono artisti che producono con abilità tecnica oltre che elaborazione concettuale e parlano un linguaggio dell’arte a 360°.Lavorano con le mani, plasmano la materia, dipingono, elaborano segni, forme.Sono fanciulli che giocano con quello spirito creativo di pascoliana memoria che li fa essere puri: sfidano il fuoco, l’elemento che torna ogni volta, per creare qualcosa di eterno. E l’opera diventa “logos”. Ogni volta la materia, da “potenza” diviene atto: gli artisti sono un tutt’uno con essa, sono creati che creano, sono genitori e figli di Madre Materia.
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