Mostre, Barletta, 02 December 2013
Alle fine di un anno dedicato al grande binomio ‘arte e luce’ si è pensato di fermare l’attenzione ad una grande luce storica. Questa esposizione non dedicata alle fiabe, nè le opere hanno un carattere fiabesco, né ad essa si ispirano. Nelle fiabe lo spazio e il tempo sono dilatati e viene lasciata libertà alla fantasia e si accede ad una dimensione diversa. Nell’arte è identico: risale a tempi antichissimi, giunge dal profondo dell’anima, si rivolge a tutti, tratteggia le emozioni della vita.
Il riferimento alle fiabe diviene espediente di paragone poiché fiabe ed arte sono entrambe frutto della fantasia, nutrono gli animi di ognuno da sempre con la grande abilità di consentire espressione libera, senza convenzioni e costrizioni. Astrazione e figurazione a confronto in due sale: Marta Boccone, Aldo Pietro Ferrari, Ilaria Giolli, Michelle Hold con differenza e grinta, ognuno a modo proprio, dicono della loro passione con libertà di mezzi e azioni in una location che diviene mondo incantato in cui scoprire i latenti sensi di ogni gesto. Marta Boccone è materia corposa e sostanziosa che delinea paesaggi e spiagge: un’arte da toccare con mano in cui la materia (sassi, conchiglie, vetrini colorati) crea scorci sempre diversi dove il colore definisce gli spazi in una sostanzialità che non è espressamente figurazione ma neanche astrazione concettuale; Aldo Pietro Ferrari fuori dagli strumenti accademici si avvale del segno rapido per dipingere con grafite moto, paesaggi, donne: un’arte su carta inquadrata da toni fervidi di acquerello o pennarello che sono il segno della vitalità, dell’energia che liberamente si trascinano il tutta l’opera finanche fuori lo schema inquadrato e deputato alla resa finale; Ilaria Giolli è una mano rapida che dipinge su iuta avvalendosi di una diversità tecnica in continua crescita poiché l’arte è un’esigenza volta alla ricerca del movimento: non contano i soggetti ma la gestualità prende il sopravvento divenendo l’attrice protagonista che tratteggia corpi e alberi, espressione di una passione interna che si rinnova in un impulso grandioso; Michelle Hold si avvale di larghe losanghe frutto di una gestualità scattante e geniale dove i toni e i grandi supporti introducono l’osservatore in un iter accattivante ed avvincente, avvolgente ed intrigante poiché esplosione tonale ed energia grintosa emergono con un binomio imparagonabile per parlare di natura e scienza.

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