Cernusco sul Naviglio - Milano
info: www.cosimocarola.com
cosimo.carola@gmail.com
Cosimo Carola è un artista, credo, figlio del tempo in cui viviamo.
Non è semplice definire un artista figlio del suo tempo e i perché potrebbero essere tanti o nessuno.Le immagini dipinte da Carola Cosimo sono espressioni coinvolgenti che lasciano emergere tutta la loro origine.I personaggi si presentano come una vera e propria sana rivisitazione dell’arte pittorica, dall’avvento degli impressionisti ai passaggi cubisti ( Picasso, Braque, Juan Gris) per finire con futuristi di Marinetti.Influenza notevole che si evince negli squillanti passaggi cromatici. Osservando questi aspetti l’artista non si ferma però a rappresentazioni di copie ma, si intuisce nella resa delle forme e nelle pennellate policrome, che va a identificarsi in un mondo ormai solo suo.In poche parole è un artista che cerca il suo essere la sua identità artistica svincolandosi dal cordone ombelicale della madre-arte generatrice.Un linguaggio artistico, uno stile che lascia sulla tela un miscuglio cromatico di dialetti che in una tecnica mista sottolinea l’importanza che nel suo caso ha avuto l’emigrare in una citta grande come Milano diversa apparentemente dalla sua natale, molto più calorsa e accogliente.L’arte di Cosimo Carola trova terreno anche nell’attualità come si può notare nell’opera "Napoli Città dolente" in cui personaggi angosciati e arrabiati accompagnano il suo pensiero di denuncia verso un futuro non migliore. Una burla, una vignetta satirica resa dal vesuvio che rutta, sputa fuori con un gran colpo di tosse tutta l’immondizia ("la munnezza" come direbbero a Napoli) e lo sporco in cui si trova ad annegare la sua città natale. Ma da essa si può estirpare anche un concetto di contrarietà in senso metaforico contro l’arte moderna a lui contemporanea che si propone solo come una mera e propria copia dell’arte passata. Carola rifiuta la volgarità del copiare, non è un fotografo ma un artista e come tale cerca attraverso i colori di pulire l’arte riproponendo sotto nuove spoglie forme di grandi maestri del 900. I suoi rossi, i gialli, i verdi e i blu dei bozzetti e degli olii creano un novo Mondo, il suo, donandoci un artista di tutto rispetto. Un mondo dove la bellezza è vista solo in senso soggettivo. In "Eden" egli rende un personaggio reale, la transessuale, surreale come una statua classica in un ambiente metafisico. Vere e proprie scenografie che si ripetono in molti altri dipinti: "Sottovetro", "Alla finestra", "O priatore") quasi a sottolineare un sua particolare caratteristica , un aspetto che va in crescita verso la costruzione di uno stile individuale e incisivo.
Lorenzo Maria Bottari
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