e
da un’idea di Lori Adragna ed Enzo Barchi
...
Conferenza stampa: Giovedì 5 Maggio 2011
Museo Nazionale d’Arte Orientale / Sala degli Specchi ore 16:30
Vernissage: Giovedì 5 Maggio 2011
MNAO ore 18 e Sala 1 ore 19
Martedì 10 Maggio 2011
Bibliothè - ore 18
Coordinamento Manuela De Leonardis
Media Partner
ARTRIBUNE www.artribune.com/
con i patrocini di Comune di Roma, Ambasciata di Cipro, Ambasciata dell'India, Istituto di Cultura Giapponese
Catalogo De Luca Editore a cura di Lori Adragna e Manuela De Leonardis
contributi di: Lori Adragna, Achille Bonito Oliva, Manuela De Leonardis, Valeria Donati, Guglielmo Gigliotti, Iacopo Nuti, Francesca Pietracci, Massimiliano Polichetti, Barbara Santamato, Mary Angela Schroth, Emanuela Termine. Poesie di Satsvarupa das Goswami.
L’esposizione L’artista come Rishi presenta le opere di: Minou Amirsolemaini, Andrea Aquilanti, Enzo Barchi, Alighiero Boetti, Trina Boyer, Alessandro Cannistrà, Bruno Ceccobelli, Rupa Chordia, Stefano Cioffi, Laura Cionci, Gino De Dominicis, Nyima Dhondup/Livia Liverani, Baldo Diodato, Lodu Drime, Stefania Fabrizi, Maimuna Feroze Nana, Patricia Glee Smith, Gonkar Gyatso, Uemon Ikeda, Emilio Leofreddi, Massimo Livadiotti, Patrizia Molinari, Simona Morgantini, Melina Nicolaides, Anna Onesti, Luigi Ontani, Davide Orlandi Dormino, Franco Ottavianelli, Anna Paparatti, Paola Parlato, Alberto Parres, Ketna Patel, Drugu Choegyal Rinpoche, Jack Sal, Samagra (Anna Maria Colucci), Silvia Serenari, Sodhon, Silvia Stucky, Naoya Takahara, Tarshito.
Frutto della sinergia tra il Museo d’Arte Orientale, Sala1, Bibliothè e
l’associazione ASIA, l’esposizione presenta nelle tre sedi coinvolte i lavori di 40 artisti. Selezionati dagli anni Settanta alla contemporaneità più recente, diversi per provenienza geografico-culturale (dall’occidente all’estremo oriente), generazione, stile e linguaggio. Opere in prevalenza figurative affiancano altre, aniconiche. Un gioco di rimandi ed attraversamenti che innesca inediti confronti, genera sconfinamenti e dissolvenze, incrementa scambi e arricchimenti fra artisti accomunati dal medesimo fil rouge.
Misticismo quale terreno comune di tutte le religioni in ogni epoca della storia o filosofia vissuta non come arido esercizio intellettuale ma in quanto motore del processo creativo.
L’artista come il Rishi, il veggente della tradizione vedica, può accedere a un mondo non confinato nei limiti percettivi dei sensi e della mente, ma quale gradazione ininterrotta di “piani segreti”: dall’Uno al Tutto, dalle tenebre alla luce, dal microcosmo al macrocosmo.
Curatela Lori Adragna e Mary Angela Schroth
In collaborazione con Museo Nazionale d'Arte Orientale “Giuseppe Tucci” (Massimiliano Polichetti), Sala 1 Centro Internazionale d’Arte Contemporanea (Emanuela Termine e Barbara Santamato), Bhagavat Atheneum - Bhaktivedanta Cultural & Educational Library – Bibliothè e ASIA – Associazione per la Solidarietà Internazionale in Asia www.asia-ngo.org (Valeria Donati).
Dal 5 maggio 2011 al 7 giugno 2011
Opening: Giovedì 5 maggio 2011 nelle sedi di
Palazzo Brancaccio dove si svolgerà anche la conferenza stampa e Sala 1
Nei giorni successivi da Bibliothè, dove saranno organizzati incontri a tema
e talk con gli artisti
Palazzo Brancaccio
sede del Museo Nazionale d'Arte Orientale “Giuseppe Tucci”
Via Merulana, 248 - 00185 Roma
tel. +39 0646974861; fax +39 0646974837
www.museorientale.beniculturali.it
Sala 1 - Centro Internazionale d’Arte Contemporanea
Complesso Monumentale della Scala Santa/Padri Passionisti
Piazza di Porta S. Giovanni, 10 - 00185 Roma
tel. +39 067008691
salauno@salauno.com
www.salauno.com
dal martedì al sabato 16:30 – 19:30
Dal 10 maggio al 7 giugno 2011
Bibliothè Contemporary Art Gallery
Via Celsa, 4-5 – 00186 Roma
tel. +39 066781427, fax +39 066781427
bhagavatlibrary@yahoo.
Media Partner
ARTRIBUNE http://www.artribune.com/
Ufficio stampa
Sala 1
La mostra sarà segnalata nella VIP ROAD l’esclusivo programma della fiera di ROMA_The Road to Contemporary Art
http://www.romacontemporary.it/?q=node%2F8
Linguaggi attuali e contenuti antichissimi: gli artisti contemporanei si
confrontano con le collezioni del Museo d’arte orientale dando vita, con forza comunicativa di grande impatto, ad una rilettura dell’arte tra passato e presente. Ecco allora nella teoria di sale decorate del nobiliare Palazzo Brancaccio (sede del MNAO), mondi e culture lontane riunirsi idealmente varcando i confini del tempo e dello spazio, intrecciando dialoghi profondi tra valori e simboli ugualmente pervasi di spiritualità e di armonia. Artisti provenienti dal Tibet come Sodhon esperto di pittura su thangka; Gonkar Gyatso gallerista per la diffusione dell’arte tibetana, Drugu Rinpoche dipinge per insegnare il Dharma. E, dall’India, Rupa Chordia in un delicato Krishna e Ketna Patel nel collage fotografico traduce in visione pop il quotidiano. Un ironico raffronto tra cultura millenaria indiana e filosofia della vita di tutti i giorni traspare anche dal progetto Dreams (Diario di viaggio) di Emilio Leofreddi che ha visto l’artista italiano a Goa e in altre zone del subcontinente.
Sono tutti esposti nelle sale del museo al fianco di Luigi
Ontani celebre per la ricerca fortemente impregnata di Oriente e Tarshito
legato alla cultura tibetana evidente nel suo “tappeto della meditazione”.
E ancora, si succedono le immagini fotografiche di Samagra e Patrizia
Molinari, i dipinti di Anna Paparatti e di Enzo Barchi accostati alle preziose
statue del Museo (VIII-XVIII secolo), raffiguranti divinità del pantheon
brahamanico o del Buddha. Così come la ceramica a lustro di Bruno
Ceccobelli che fa riferimento al tema del “Risvegliato”. S’intrecciano variegati sincretismi nei lavori di Massimo Livadiotti nato a Zavia (Lybia) che attinge all’animismo africano e alla simbologia della donna albero dell’india arcaica e di Alberto Parres, da Tangeri, culla di mille civiltà che si riflettono nel suo lavoro.
Di fronte ad antiche tavolette a caratteri cuneiformi è l’opera concettuale di Jack Sal sul Talmud e il libro sui Sumeri, appartenuto a Gino De Dominicis.
Nella terza sala, dove campeggia il ritratto dell’orientalista di Patricia Glee
Smith, L’archelogia del pensiero dell’iraniana Minou Amirsolemaini fa
riferimento alla dottrina islamica Sufi, come Rotoli sapienziali, l’installazione
site specific di Franco Ottavianelli e le mani in stoffa di Maimuna Feroze
Nana d’origine pakistana. Nell’area adiacente Baldo Diodato allude alla
tabula lusoria, gioco dalle origini mediorientali poi diffuso nell’antica Roma,
mentre nella vicina sala spicca una mappa dell’Afghanistan di Alighiero
Boetti. Più avanti, le opere di artisti originari del Giappone come Naoya
Takahara, poetiche enciclopedie scolpite e Uemon Ikeda una serie di
acquerelli trovano riscontro nell’aquilone Edo di Anna Onesti e nel libro
dipinto e ricamato di Silvia Stucky che nella loro ricerca mantengono forti
relazioni con la cultura nipponica.
Nello storico spazio di Sala 1, il percorso espositivo si dipana intorno al
progetto site specific di Andrea Aquilanti sulla Scala Santa, al quale fanno da contro altare: le fotografie di Stefano Cioffi sulla Grande Moschea, le
Ipnagogie di Laura Cionci tra sogno e realtà, il profeta/veggente di Stefania Fabrizi; il paesaggio ‘solo fumo’ di Alessandro Cannistrà; le ‘bolle’ metafora di soffio vitale del video di Melina Nicolaides; l’Iter mysticum delle
fotoceramiche di Silvia Serenari. Convergono idealmente nella scultura in
gesso di Davide Dormino, un libro, simbolo del divino, della scienza e della
saggezza ma anche dell’universo.
Infine da Bibliothè, ancora accostamenti tra figure iconografiche legate al sacro tra oriente e occidente, come il mandala canonico della coppia artistica italotibetana Livia Liverani/Nyima Dhondup e quello psichedelico e fantasioso di Simona Morgantini; il ‘corpo d’ arcobaleno’ di Lodu Drime e il fiore di loto di Paola Parlato, ai quali fa da eco la protagonista del video di Trina Boyer nel suo viaggio di ricerca spirituale. (dal testo di Lori Adragna)
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