Testi critici, Venezia, 08 June 2009
Questa triade proposta da Isabella Ruzzene è piena d’energia e sperimentazione, la ricercatezza dei materiali che rendono ogni parte dell’opera unica nel suo genere rende ancora più interessante il binomio arte ed elettricità. Ogni cellula del nostro corpo ha una carica elettrica pari a più o meno 70 millivolt. Basta davvero poco per raggiungere il voltaggio di una normalissima pila da 1,5 volt (1500millivolt). Noi siamo un potenziale elettrico enorme, il corpo umano è infatti formato da circa 100.000 miliardi di cellule di cui 100 miliardi sono cellule nervose. Ogni pensiero, emozione, movimento, genera quindi un potenziale elettrico elevato, ma anche un'onda di energia, una vibrazione, invisibile ma tuttavia assolutamente reale che viene rappresentata materialmente dal filo di luce che collega le tre opere e che illumina gli occhi dei visi ritratti. La potenza di questa carica elettrica si differenzia in potenza proponendo quindi sguardi più o meno intensi, legati alla carica di vibrazione che rappresentano. La linea di alta tensione che viene materializzata e che fa da fonte per le opere, unisce i ritratti che a loro volta specificano tre diversi momenti dell’uomo, essi cambiano a seconda di quanto l’uomo attinge ed investe su se stesso, dal Pensiero attivo si passa ai Processi istintuali per terminare col Sentimento, la tensione e la luce sono inversamente proporzionali, quasi a partire dalla ragionevolezza per arrivare a ciò che di ragionevole non ha nulla, il sentimento appunto, con un’illuminazione inferiore rispetto alle altre, solo un Led di fatto fa brillare di rosso gli occhi appassionati dell’ultima creazione, mentre al contrario il pensiero attivo riceve luce da tre led e i Processi istintuali da due led. La luce degli occhi dettata dai led fa si che venga sottolineata la loro potenza e intensità, la scelta intenzionale della luce e della peculiarità di significato delle singole opere deriva dalle molteplici variabili che possono prendere le vibrazioni umane, la così detta Vivificazione si esprime e si espande per chilometri esattamente come la linea di alta tensione che illumina il Paese intero. Le riflessioni sull’io e la società proposte da Isabella Ruzzene, portano a comprendere come sia ancora possibile vedere l’energia che, continuamente in movimento, da nuova linfa all’essere umano. Il paragone uomo, energia, vibrazione e la metafora dell’arte elettrica sono certamente coerenti col Premio Terna, e precisano la necessità di energia attraverso l’arte pittorica, scultorea considerando i materiali e la componente fisica nelle opere, attraverso la letteratura, la sociologia e la società sempre meno interessata a conoscere profondamente e abituata alla superficialità del quotidiano. Anche le cornici, per tradizione confine fra l’opera d’arte e l’ambiente esterno, in qualche caso cercano di assorbire come delle spugne ciò che gli sta intorno, il poliuretano si gonfia e si espande nell’ambiente quasi per lasciarsi impregnare di voci e sensazioni, non è un confine da temere, è semplicemente una barriera da attraversare per comprendere. Ogni opera correlata della sua cornice mira ad una nuova consapevolezza, ad uno stato di aggregazione/disgregazione che rappresenta l’evoluzione di questa artista, la sua ricerca materica, sociale e psicologica, la sua curiosità.
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