Testi critici, Firenze, 02 June 2009
Colpisce nell'immediatezza dell'istante l'insita ricerca artistica perpetuata dall'eccellente pittrice Eva Rorandelli.
Artista capace, matura, sicura di quello che vuole esprimere attraverso la sua arte. La cromia fa quasi da immediata padrona della scena: toni scanditi, scelti, chiari, ma allo stesso tempo come algidi, freddi. Il taglio dato e percepito dell'arte di Eva Rorandelli porta con fervida trasparenza a stagioni passate di aulici artisti da Gustave Klimt, André Derain, Marc Chagall. Soventemente le opere figurative di Eva Rorandelli sono come delle icone chiuse, racchiuse in un loro proprio silenzio.
Grazia ed eleganza, armonia, ma allo stesso tempo volti ,corpi scarni,segnati da questa effimera contemporanea ricerca della bellezza nelle donne androgene. L'artista senza indugio, senza veli pone questa antitesi. E la pone senza mezzi termini, non cerca difatti di pareggiare i conti, ma proprio ne sottolinea l'ambiguità, la dispersione.
Le opere figurative di Eva Rorandelli appaiono poi come frammentate, costituite di tasselli che quasi rammentano la tecnica cloisonné. E quasi appunto a paradosso in quei volti quasi esangui sembra di rammentare il ritratto di Gertrude Stein di Picasso in quel volto scavato seppure robusto. E' interessante, celebrale l'arte di Eva Rorandelli in quanto dice molto di più di quello che si vorrebbe solo vedere in un dipinto: è come una forza dirompente, che travolge e cambia il fruitore.

Valeria s.Lombardi
Dott.ssa storia dell'arte contemporanea

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