Gli artisti sono stati scelti per la capacità del loro lavoro di incuriosire, di provocare piacere estetico, di attivare attenzione, di intrigare la mente o di testimoniare in modo originale lo spirito del tempo moderno. Ognuno di loro (chi con la pittura, la fotografia, la scultura o l’installazione) approfondisce la conoscenza del proprio vissuto percorrendo l’inesausto cammino di ricerca tra il colore e la costruzione di nuovi universi con le cromie più svariate, fino alla dissoluzione del tratto nell’entità fisica dei pigmenti pittorici. Taluni giocano con la luce e le sue vibrazioni ottiche più inquietanti e trasgressive o tracciano segni o plasmano la materia o inventano architetture spaziali. Altri danno vita a forme di disegno con calligrafica precisione: un nuovo ornato o un arabesco stilizzato. Oppure sanno proporsi con una sorta di scrittura concettuale dove il segno non è più la descrizione del reale, ma la dimensione dell’esistente avulso dal giudizio temporale.
Le opere in galleria si accomodano le une alle altre come nel luogo privato di una collezione domestica. Insieme innescano una sorta di dialogo. Un colloquio dove ci pare si realizzi un sottile scambio poetico tra gli autori, quasi una forma di dono reciproco. Da tutto ciò si attiva una speciale energia creatrice capace di sancire nuove amicizie e fattive collaborazioni.
Lerda Piero: la sperimentazione di sempre nuovi linguaggi espressionistici l’ha indotto a ricercare nei materiali impoetici della vita quotidiana (ritagli di stoffe, frammenti cartacei, fili e altro ancora) quei valori estetici nascosti ai nostri occhi pigri e oziosi. Sono qualità che denunciano, invece, la forza creativa di un artista, capace di proporci nuove visioni, con il suo sguardo pregno di spiazzante innocenza ma anche di sediziosa provocazione.
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