Si tratta di una fase creativa che privilegia le tecniche della cera e china su carta, sia nei Profili sia nella serie degli Schermi, un tema che allude all’ impatto che la nascita della televisione, e tutto l’immateriale cosmo dei nuovi media, provocano sull’ uomo, come azione modificatrice della percezione ottica sui processi cognitivi personali e sociali. Piero Lerda anticipa di venticinque anni il “medialismo” e, nelle parole di Giovanni Cordero, “la ricerca, che ha un forte nucleo etico, prende l’avvio dai lavori monocromi della metà degli anni cinquanta dove abbandona via via ogni tentazione figurale, sperimentata precedentemente, per approdare ad una sintesi astratta di segno, forma, colori, contenuti”. Gli interni degli studi televisivi diventano Interni -flash, “aperture luminose che diventano paesaggi - mito” e gli esseri umani subiscono una metamorfosi sino a diventare Uomini - schermo, come li definì nei suoi titoli lo stesso artista. Le opere esposte, raccolte sotto un titolo generale di Pagine di Diario, offrono al fruitore una riflessione “sul pulsare frenetico di una società massificata che accentua la disgregazione di una visione dell’ uomo ormai privo di centralità, svaporato in un intrico assurdo di frammenti segnici, lacerato in una irriconoscibile condizione di umanesimo allo sbando…” (Ivana Mulatero), in una rappresentazione sospesa, come scrive Lerda “di silenzi e di attese misurate al secondo”
Si tratta di una fase creativa che privilegia le tecniche della cera e china su carta, sia nei Profili sia nella serie degli Schermi, un tema che allude all’ impatto che la nascita della televisione, e tutto l’immateriale cosmo dei nuovi media, provocano sull’ uomo, come azione modificatrice della percezione ottica sui processi cognitivi personali e sociali. Piero Lerda anticipa di venticinque anni il “medialismo” e, nelle parole di Giovanni Cordero, “la ricerca, che ha un forte nucleo etico, prende l’avvio dai lavori monocromi della metà degli anni cinquanta dove abbandona via via ogni tentazione figurale, sperimentata precedentemente, per approdare ad una sintesi astratta di segno, forma, colori, contenuti”. Gli interni degli studi televisivi diventano Interni -flash, “aperture luminose che diventano paesaggi - mito” e gli esseri umani subiscono una metamorfosi sino a diventare Uomini - schermo, come li definì nei suoi titoli lo stesso artista. Le opere esposte, raccolte sotto un titolo generale di Pagine di Diario, offrono al fruitore una riflessione “sul pulsare frenetico di una società massificata che accentua la disgregazione di una visione dell’ uomo ormai privo di centralità, svaporato in un intrico assurdo di frammenti segnici, lacerato in una irriconoscibile condizione di umanesimo allo sbando…” (Ivana Mulatero), in una rappresentazione sospesa, come scrive Lerda “di silenzi e di attese misurate al secondo”
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