Dotato di una pregevole e sicura capacità grafica, riesce a plasmare la materia col suo pensiero, a trasferire in essa la sua interiorità dinamica e creativa e a mettere a nudo una personalità sensibile, ma fortemente evoluta, dove non trovano spazio abitudini mentali statiche e teorie superate.
La raffigurazione grafica tradizionale del reale che in passato gli è servita per l’osservazione attenta della realtà, per l’apprendimento delle tecniche della pittura e per l’approccio al colore, oggi è trasfigurata da una visione più originale, più vicina al suo temperamento. Ha maturato un diverso modo di rappresentare il vissuto, di uscire da quei luoghi comuni che spesso banalizzano un’opera pittorica e che si allineano al pensiero della massa anonima e ripetitiva.
Mauro ha trovato una strada nuova per uscire dal quotidiano. Ha adottato una tecnica diversa, utilizzando materiali semplici come garze, pezze sottili che imbevute di cemento e applicate su tela preparata seguono le mani esperte dell’artista, fino ad assumere le forme che egli desidera dare all’oggetto preso in esame.
La realizzazione dell’opera non segue uno stereotipo comune, segue invece un impulso che provenendo dal profondo dell’essenza emotiva dell’autore e quindi da fonte spirituale e da masse di energia ribollenti nell’intimo, generano, altresì, essenze di colore, di forme, di movimenti, di contrasti.
La rosa non è un limite nello spazio, ma un infinito nello spazio stesso, un illimitato e la sua espansione non radica in un contenitore qualsiasi, ma dirama oltre la tela, oltre lo stesso concetto di determinazione, di limitatezza.
Da questa fuga oltre l’astratto emerge il cuore della raffigurazione, l’intima essenza dello stesso concetto dell’esistere, del regno dove dominano le interiorità di quel fiore, la ragione del suo essere: respiro, dinamismo, potenza interiore.
L’opera non presenta mai l’aspetto esterno dell’oggetto, ma la struttura del suo “Io”.
Come Mauro sia giunto all’elaborazione del suo pensiero è facile intuirlo.
Il vero artista si stacca dalla logica della massa che vuole capire, senza porsi degli interrogativi, che si accontenta di modelli semplici e strutturati.
Egli cura il prodotto più affine al suo temperamento, alla sua sensibilità, ha una visione fisica e metafisica del reale che spesso sprofonda nella ricerca spasmodica di una verità universale, di un linguaggio pittorico più intimo, più confidenziale.
L’originalità di un’opera d’arte si misura attraverso i parametri della sensibilità soggettiva, della consapevolezza che viaggiando virtualmente dentro se stessi si può scoprire un mondo diverso, nuovo e straordinario.
Nelle opere pittoriche di Mauro esiste questa tormentosa, dolorosa e affannosa ricerca, perché nel creare egli non risparmia né le sue forze fisiche, né le sue ricchezze spirituali, come se nella sua azione emergesse lo stesso impulso divino che ha dato origine alla nascita dell’universo.
Osservando un dipinto di Mauro si ha infatti la sensazione che la materia compia gli stessi atti della sua nascita primordiale: l’evolversi, l’espansione, la dinamicità, la corposità, la plasticità. Tele di grandi proporzioni che nulla contengono se non lo strumento della metamorfosi strutturale della vita che, una volta abbandonata la materia, si libera nello spazio infinito priva di vincoli, di schemi precostituiti, originando sensazioni ed emozioni profonde.
Milano, Maggio 2007
Relatrice Maria Giovanna Casu (scrittrice)



Commenti 0
Inserisci commento