Il 19 marzo, presso lo spazio SMAC di Roma, Ersilia Sarrecchia, vincitrice del primo premio T.I.N.A. Art Prize 2015, presenta il suo nuovo progetto Women, un ritratto della donna contemporanea.
La ricerca artistica che Ersilia Sarrecchia ha intrapreso negli ultimi anni, e di cui questa mostra ne documenta i lodevoli frutti, si fonda proprio sul concetto di originarietà. Nel suo caso possiamo parlare di un doppio originario: il primo nel senso dedominicisiano del termine, legato al polo della pittura, l’altro rivolto al polo della rappresentazione artistica incentrata sulla figura della donna intesa nella sua identitaria funzione di generatrice.
La mostra che l’artista presenta allo spazio SMAC di Roma si compone di due serie di lavori di cui l’ultimo, dal titolo Women, composto da ventisette dipinti, è diretta conseguenza del primo, Presente remoto, di cui sono esposte dodici opere.
Sarrecchia parte, come nel noto dipinto di Courbet L’origine del mondo, dall’evidenziazione del sesso femminile, posto in primo piano dall’artista solo con l’intento di affermarne le valenze germinative, senza alcun rimando di natura erotico – voyeristica. Sono, di fatto, delle inquadrature di parti intime femminili di cui si percepiscono solo alcuni frammenti essendo trasfigurate dalla giustapposizione di scritte, materie, segni e colori di matrice espressionista – astratta, che attraversano tutta la superficie compositiva rendendola vibrante d’energia.
“Come una mitosi in continuo movimento” – scrive l’artista a proposito di questo ciclo di opere – “diventano soggetti che suggeriscono il punto di nascita; anatomie in bilico tra l’esistente e il visionario”.
Il suo modo di dipingere, sia per l’utilizzo della tecnica del dripping sia per il segno deciso, ma anche, infine, per la forte gestualità della pittura, è, come detto, vicino al modus operandi degli espressionisti astratti americani, con la differenza però rispetto agli artisti d’oltreoceano che nei dipinti di Sarrecchia compare sempre la figura femminile.
Quest’ultima è il tema dominante del nuovo ciclo di opere dal titolo Women esposto in mostra e costituito da una serie di autoritratti e di ritratti fatti a persone care o sconosciute all’artista al fine di interpretare artisticamente la realtà della donna contemporanea.
La donna ritratta da Sarrecchia è quella che s’incontra nei vari sguardi che oltrepassano la tela e arrivano dritti all’osservatore. Sono volti solo apparentemente silenziosi, perché quegli sguardi, trasferiti su tela o su tavola da precedenti scatti fotografici, ci offrono uno spaccato di realtà e ci dicono molto di quella che è la condizione della donna contemporanea in una società che l’artista sente ancora troppo maschilista.
I soggetti appaiono a volte ridenti, altre volte sono coperti da scritte o da larghe pennellate che ne celano la bocca, il naso e gli occhi, rendendoli silenziosi. Nel processo di cancellazione del volto, Sarrecchia intende comunicare anche quelle situazioni di privazioni e di sopraffazioni subite ancor oggi dalle donne in tante parti del Mondo.
Ne emerge un reportage pittorico di grande espressività per affermare con decisione la propria (insieme a quella di tutte le donne) identità. [Alberto Dambruoso]
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