Articoli su Giovanni Mangiacapra ed Elisabetta Pogliani in Expoart
News, Roma, 03 October 2014
Nel prossimo numero di Expoart una pagina è dedicata a due artisti storici di Soqquadro, Giovanni Mangiacapra ed Elisabetta Pogliani.
Questo il testo dell'articolo:
In alcune opere di Giovanni Mangiacapra prevale il desiderio di manifestare liberamente il suo sentire, in altre prende il sopravvento la razionalità con cui ricerca una sintesi artistica al segno astratto, ma sempre entrambe le componenti sono ampiamente rappresentate.

Questo è il segno dell’originalità dei lavori di Mangiacapra; negli anni la ricerca dell’arte astratta si è evoluta su diversi binari, alcuni fatti di componenti maggiormente razionali, altri più “anarchici”, maggiormente tendenti alla libera espressione dell’anima dell’artista e, naturalmente, queste due parti non sono mai state del tutto scisse tra loro, si sono mescolate esattamente come si mescolano nella vita la cerebralità e il sentimento. Quello che però distingue Giovanni sulla scia di questo percorso è la volontaria mescolanza di questi elementi, la deliberata scelta di lasciare nelle sue opere le briglie sciolte all’espressione della sua anima, e al contempo la determinazione a domare questa espressività con la razionalità.

Elisabetta Pogliani, nasce e vive tutt’ora nel milanese, segue un iter scolastico dedito all’apprendimento e all’approfondimento della storia dell’arte e delle molteplici tecniche artistiche.

Quella di Elisabetta Pogliani è una vera e propria passione in cui l’artista esprime la sua istintività lasciando libere le emozioni che giocano sulla tela con segni e colori di matrice astratta. Colori che esplodono prepotentemente sulla tela, narrando ogni visione dell’anima con segni che si gettano velocemente sulla tela quasi che Elisabetta temesse di perdere l’attimo fuggente dell’espressione del proprio sentire.
Questa fretta narrativa non rende in nessun modo approssimativo il suo racconto poetico; ogni segno, ogni pennellata, ogni sfumatura coloristica segnano un ritmo preciso tra pieni e vuoti, luci e ombre potenze e soavità che chiariscono in maniera precisa l’espressione emozionale che Elisabetta vuole trasmettere.
L’artista dedica gran parte del suo tempo nel cercare una precisa identità artistica, sperimentando diverse tecniche e materiali, spaziando tra cartone ondulato, polistirolo, cera, vetro, sabbia, stucco, metallo, legno, tela grezza, creando un impatto materico oltre che coloristico, giocando su contrapposizioni tecniche, liscio e rugoso, lucido e opaco, colore deciso e sfumato, che esprimono il dualismo razionale e irrazionale, programmato e casuale. Il denominatore comune è sempre il colore, selezionato con accuratezza nelle sue molteplici sfumature.

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