Giuseppe Barsciglié ha esposto dal 12 al 24 febbraio 1983 nelle sale del Circolo
Borghese Gruppo Amici dell'Arte, (U.C.A.I.. 56) una ventina di opere medio-grandi
formati ritraenti paesaggi toscani visti dall’estro dell’artista sotto- forma – informale
Colori vivi dati dalle sue paste d’olio alchimiche.
Lo stesso Barscigliè, mi ha confidato che per questa volta ha voluto
esporsi agli amici nella sola veste di"paesaggista” e “ figurativa”, verifica, sulla quale continuare il suo futuro lavoro.Quali saranno le sue deduzioni e quindi, quali risultati ne trarrà? Bisogna riconoscere che Barscigliè sa manovrare sempre molto bene le spatole ed i pennelli movimentando i colori con notevole abilità per l'esperienza acquisita in tantissimi anni di lavoro improntato dalla più schietta serietà artistica. Questo lo ha dimostrato anche nella presente mostra dove ci ha dato il piacere di ammirare valide opere pittoriche d'ambiente nostrano, realizzate magistralmente a creare si la forza dei primi piani che il dissolversi delle lontananze atmosferiche.
Ad onor del vero bisogna anche osservare che alcuni di questi paesaggi sono ottenuti con più studio e ricerca,
. che spontanea immediatezza, tanto da farli sentire statici e puntigliosi, come raggelati dal freddo invernale.
Se è questo il tipo di ambiente che il Barsciglié ha voluto realizzare: ossia la campagna toscana abbandonata e fredda; l'interpretazione è stata raggiunta con una buona realizzazione ambientale sia per la parte cromatica che pittorica; ma se, invece, Barsciglié vuol essere libero all'entusiasmo creativo, nell'impulso coloristico e nella dinamicità del segno allora penso che dovrà ricordarsi delle sue "barche",dei suoi nudi femminili vibranti di cromie luminose e di vita.
Articolo a cura di Franca Nesi
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