Saverio Feligini, Dada Knorr, per lo “Zoe microfestival” di Pesaro, 16/19 luglio 2009.
Il titolo e la tecnica di questa installazione richiamano il bombardamento di corpi femminili che ci propinano i mass media, nella loro continua compiaciuta narrazione di donne come vittime. Ma il fine ironico di “Csi”è svelare la presenza, suggerire profili di donne che hanno contribuito a costruire, o incarnano, il nostro tempo. Alcune... tra le tante che ogni giorno cercano di non farsi cancellare in un mondo quasi sempre costruito su misura delle esigenze, dei punti di vista, del potere del genere maschile. (Aleramo/ Anderson/ Arendt/ Butler/ Buttafuoco/ Franklin/ George/ Hill/ Hopper/ Irigaray/ Luxemburg/ Montalcini/ Navratilova/ Politkovskaja /Satrapi/ Shiva/ Solanas/ Smith /Waters/ Weil/ Woolf/ Zambrano ...)
Usando materiali di recupero e vernici a base di tempere naturali, i due artisti, l’uno esperto nell’arte del collage e del decoupage, l’altra grafica e copy, creano un’atmosfera irreale disseminando nel suggestivo spazio degli antichi Orti Giuli di Pesaro, area del festival, delle vere e proprie ironiche piccole “scene del crimine”, nelle quali però gli indizi, gli oggetti e le parole suggeriscono le qualità e la personalità delle donne evocate, scelte a caso dallo sterminato elenco di donne molto note, di donne poco conosciute, di artiste, scrittrici, scienziate e filosofe sia contemporanee che non.
Dalla prima a fotografare la struttura a doppia elica del Dna, all’inventrice del linguaggio Cobol per computer, alla fondatrice degli studi di storia delle donne in Italia, Annarita Buttafuoco, della quale quest’anno ricorre il decennale della scomparsa, i due artisti giocano con le suggestioni di personaggi importanti ma quasi dimenticati o di donne geniali e scomode.
In omaggio alla coreografa Pina Bausch, recentemente scomparsa, e per evocare il clima insopportabile di abuso dei corpi femminili, gli autori hanno chiesto ad una delle autrici del documentario “il corpo delle donne”, Lorella Zanardo, di poterlo inserire nell’installazione. Il documentario, della durata di 25 minuti, riporta proprio nella sua parte finale un brano di uno dei balletti della Bausch, Kontakthof.
www.zoemicrofestival.com rimarchevole.wordpress.com
Commenti 0
Inserisci commento