Epifania
Mostre, Teramo, 06 January 2010
Sono passati molti giorni dall’evento “L’arte è morta” dell’artista Francescomaria Di Bonaventura. La mostra, avvenuta la notte di Natale, ha scatenato un acceso dibattito tra chi l’ha definita una azione sacrilega e chi invece una trovata pubblicitaria. Tutti hanno parlato di tutto. C’e’ chi è convinto che i commenti negativi siano positivi per l’artista perché, come diceva Warhol ,l’importante è che se ne parli. Il fatto vero è che tutto si è incentrato sul gesto e il luogo della mostra. Tutti a giudicare se sia stato giusto o sbagliato. Io sinceramente invece mi vergogno. La vergogna è un sentimento sano ed ingiustamente disprezzato. Da qualche parte ho letto che là dove l’uomo arrossisce inizia il suo essere più nobile. Tra tutti gli animali siamo gli unici a provare imbarazzo o ,se non altro, gli unici a dimostrarlo. La vergogna, forse, è un modo discreto per uscire dall’anonimato: quel volto che prima ci appariva identico agli altri, di colpo è riconoscibile, viene visto, le guance si tingono di imbarazzo. Mi vergogno perché di tutta questa storia nessuno e dico nessuno ha parlato dell’arte dell’artista. Non venitemi a dire che non siete esperti e quindi preferite non parlarne perché vi rispondo che non siete nemmeno giudici eppure avete giudicato. Molti hanno parlato di mancanza di rispetto nei confronti dei defunti io credo invece che i defunti siamo noi.La vera morte non esiste: la provi quando sei vivo ,perché una volta deceduto non senti più niente. Siamo defunti perché l’artista ha indicato la luna e noi abbiamo guardato il dito. Ho visto dal vivo le opere di questo giovane artista. La sua pittura sembra quella di un moribondo, la sua pittura è malata, ma l’artista cerca in tutti i modi di esorcizzare la sua morte perché è vivo, innalza altari di pietra rossa, compie sacrifici cruenti, la respinge con i suoi colori che urlano e con le sue immagini terrorizzate. La nostra società è figlia di due spaventose guerre mondiali, persecuzioni, tirannie, barbarie come l’ olocausto e per questo abbiamo bisogno di sorridere, di immagini armoniose che ci diano tranquillità. L’arte è un’altra cosa. L’arte è qualcosa che ci scuote. L’arte genera emozioni,che possono essere angoscianti,lugubri ma sempre emozioni . Il fatto vero è che Francescomaria Di Bonaventura è un artista e pochi se ne sono accorti. Sembra un po’ folle perché sale sul palcoscenico dell’assurdo condividendolo insieme ad altri artisti provocatori che però ,a differenza nostra ,hanno trovato il coraggio di dire le cose come stanno.

Marco Di Martino


Piazza Dante Club presenta:
“Epifania” di Francescomaria Di Bonaventura
Opere in esposizione dal 05 al 14 Gennaio 2010
Vernissage Martedì 05 Gennaio ore 22.30

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