Made in Italy può essere un paesaggio, Made in Italy può essere un ritratto, Made in Italy può essere un’astrazione… qualsivoglia opera fatta in Italia (e non) può essere Made in Italy.
“apporre la bandiera italiana, la dicitura “Italy” o “Made in Italy” su un prodotto è possibile per riferirsi alla parte imprenditoriale del “produttore”, mentre quella produttiva (manifatturiera, coloro che materialmente lavorano il prodotto) vera e propria può trovarsi ovunque.
Basta quindi che il prodotto sia “pensato o disegnato” se non tout-court “gestito” da un imprenditore italiano, per potersi tranquillamente fregiare di tale marchio, anche se questo è costruito in un qualsiasi altro luogo.
Attualmente il “marchio” Made in Italy è il terzo al mondo per notorietà, dopo Coca Cola e Visa.
Nel 2009 è stata emandata una legge per tutelare il Made in Italy: Il D.L. 135 del 25 settembre 2009 contiene l’art. 16 dal titolo “Made in Italy e prodotti interamente italiani”.
Da questo wikipediano assunto la mostra è un atto d’orgoglio all’amor patrio, alla manifattura e al genio italiano, alla bandiera e soprattutto all’asta.
Opere messe all’asta, sbandierate per poco, quel tanto che basta a sostenere, come un’asta, la bestialità (fatti non fummo a viver come bruti) della popolazione italiana. Cani! Il ricavato andrà ai cani*, mentre le perle del proprio amor patrio andranno ai porci: un mondo e un modo insolito di porci.
*artisti
*Oipa Italia Onlus – Sezione di Ferrara http://www.oipaitalia.com/sezioni/ferrara.html
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