Testi critici, Firenze, 05 September 2009
Un'arte sincera, riflessiva, di immenso valore pittorico-artistico è quella proposta da Lorenzo Vadi.
L'abilità di questo artista si fonda nel cercare di trasmettere un valore, racchiuso in un concetto.
Bello ed assai raro è anche il suo rapporto ad interfacciarsi con l'arte. Tutto questo si può evincere
e constatare dalla stesura matura dei suoi stupendi lavori. Si guardino e sue opere per averne
piena coscienza, sembra difatti che Lorenzo Vada voglia dare o meglio restituire un valore all'Uomo,
al suo lavoro al suo ingegno, attraverso una meticolosa rappresentazione degli oggetti usati
via via dalle differenti professioni. Se si guardano solo le sue opere, si constaterà appunto una poderosa
padronanza tecnica, se invece si presterà attenzione alle cose rappresentate si avvertirà quello appena
enunciato. I medesimi titoli preposti, non sono solo una mera enumerazione asettica di un ciclo denominato
"Monologhi", ma bensì in essi si costituisce appunto l'essenza della vita, del duro lavoro, della fatica umana.
Lorenzo Vadi sembra poi puntare al valore degli oggetti di uso comune sapientemente esposti che richiamano
più ad una pittura alla Paul Cézanne che agli interminabili accastamenti e solitudini di Giorgio Morandi.
Il virtuosismo di Lorenzo Vadi sembra celarsi e porsi persino in secondo piano: certo si rimane come sbalorditi
dalla bravura del capolavoro"Monologo n°26 Riflessi" che pare l'espressione più vera per un polittico contemporaneo.
In esso non si raccoglie solo appunto l'abilità a descrivere quasi con un accento fiammingo oggetti dai materiali
trasparenti come il vetro, ma sembra lasciare una sorta di manifesto o monito sul valore che possono dare appunto gli oggetti quotidiani.
Lorenzo Vadi appare come un'artista che potrà dare tantissimo al patrimonio culturale artistico mondiale.



Dott.ssa Valeria s.Lombardi

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