intervista
Interviste, Firenze, 01 May 2009
1)Che cosa significa per te la “contemporaneità” nella società di oggi e in cosa viene riflessa nei sistemi dell’arte?
Credo che l’arte sia un’ “intuizione”; non un metodo d’espressione fine a se stesso ma il valore che l’idea acquista nella sua dimensione.
Non è il mezzo, mail concetto espresso in modo originale che non vuol dire forma ma visione pura,distinta rispetto all’influenza della società.
Percepisco nel modo di vivere contemporaneo una tendenza molto forte al cinismo, che si riflette spesso nella comunicazione dei nuovi media con il continuo bombardamento di immagini nate per stupire, impressionare, a volte disgustare lo spettatore.
C’e una forte presenza dell’immagine “spettacolare” e così si assiste anche nel campo artistico
ad una propensione a rendere l’opera scenografica.
Questa ridondante successione di immagini a cui dobbiamo far fronte in ogni momento del giorno unito al clima di incertezza nel futuro che noi giovani respiriamo in questa società, crea un forte senso di disorientamento e confusione.
Da qui nasce il mio bisogno di riacquisire una dimensione più profonda, di approfondire il mio rapporto con la realtà fisica della vita che non lavora sulla sensazione del momento ma sull’ emozione profonda che svela la verità del valore di vivere.
L’essere al di la dell’apparire.
Credo che nel futuro due aspetti principali della società diventeranno due opposte fazioni, creando due modi di vivere molto radicali.
L’aspetto virtuale continuerà ad affascinare e attirare proseliti, ansiosi di fuggire alla realtà a volte troppo difficile da affrontare e il distacco dalla concretezza del mondo sarà il loro rifugio; per quanto mi riguarda il mio sentire forte l’esigenza di materialità e di verità mi porta a cercare le mie radici per conoscere meglio me stesso.

2)Oggi esistono molti medium per potersi esprimere in campo artistico, ogni cosa può essere messa al servizio dell’artista per creare. Cosa significa per te aver scelto un mezzo più classico di espressione quale è la pittura ? e può ancora essere comunicativa al di là della sua forte componente tradizionale?
La pittura è da sempre il mio mezzo di espressione più congeniale e spontaneo; non ricordo neanche esattamente il momento in cui ho iniziato a comunicare dipingendo, ma c’è stato un momento in cui ho sentito la necessita di manifestare me stesso.
Negli anni di studio ho acquisito la padronanza della tecnica pittorica e mi sono confrontato con i grandi maestri del passato, prima studiando a fondo il loro modo di dipingere e poi realizzando alcuni falsi d’autore; questo esercizio è stato per me fondamentale per capire che la conoscenza ti permette una libertà di espressione totale: una volta acquisito il mezzo “tutto e possibile”.
Sono una persona molto legata agli aspetti terreni della vita e la pittura mi permette di avere un rapporto carnale con la materia, un mezzo da plasmare secondo la personalità di chi lo usa;creativo e per questo sempre attuale.
La mia propensione a indagare la materia mi spinge sempre ad intraprendere nuove strade e sperimentare anche materiali molto diversi; credo che in un prossimo futuro le mie recenti sperimentazioni condizioneranno ancora il mio modo di rappresentazione.

3)In questo tuo particolare percorso di ricerca l’uso dell’oggetto come manifesto dell’identità dell’uomo nasconde molteplici significati…..
Da circa due anni la mia ricerca pittorica trova sviluppo nella composizione di oggetti di uso, appartenenti al passato e al presente che si intrecciano, cataste, costruzioni di corpi inanimati che fanno parte della nostra vita, usurati dal lavoro, oggetti che raccontano qualcosa e che insieme ricostruiscono l’identità umana.
La scelta di combinare oggetti che appartengono a diversi periodi mira a creare un luogo, uno spazio dove il tempo si annulla, un percorso che unisce momenti e cose che non hanno apparentemente nulla in comune se non che sono parte della vita dell’uomo.
Nei miei assemblaggi non vedo semplici utensili, ma la presenza dell’uomo nella sua quotidianità, l’esistenza che vive attraverso i gesti e le azioni che questi oggetti rappresentano e nell’ombra, che rivela ciò che la luce nasconde con il suo riflettere.
Ogni oggetto rappresentato è senza etichetta, a me interessa il loro valore concreto, l’essenza data dalla funzionalità e dall’usura, in contrapposizione alla tendenza della società contemporanea che concentra la propria attenzione al superficiale e all’apparente, senza indagare alla ricerca della verità.
Il mio viaggio è alla ricerca di ideali profondi,contro l’omologazione negli standard, l’imitazione di modelli che muovono sentimenti di precarietà e difficoltà di scegliere.
Cerco di costruire un immagine solida dell’individuo che si appropria del suo presente e del suo passato,una Visione su cui potersi confrontare, una finestra aperta sul bisogno dell’uomo di trovarsi.
Le mie cataste assumono il ruolo di composizioni”sculture” come stimolo per riflettere, rappresentazioni apparentemente confuse o singoli esseri in una dimensione sospesa, guidate dalla spontanea ricerca infruttuosa di un equilibrio, riflesso della mia visione inquieta della vita.
Da qui la necessità di riconoscere l’oggetto anche se le mie scelte compositive e le continue ripetizioni degli stessi oggetti anche all’interno di un unico dipinto, devono far riflettere sul fatto che la mia pittura va oltre la figurazione, è altro.

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