Visioni domestiche, angoli intimi, scorci di garage oppure serie ordinate di vasellame, pentole, lampade e pennelli.
Oggetti usati che raccontano vita quotidiana, vestiti poggiati in un angolo in attesa di essere di nuovo indossati.
E tuttavia la pittura di Lorenzo Vadi solo apparentemente si ritira ai margini della vita e si interessa ai ripostigli. Riferimenti sociali, richiami critici al mondo dei consumi e della “modernità liquida” – per usare la definizione che Zigmut Bauman conia per descrivere l’attuale società – traspaiono dalle sue rappresentazioni.
A tratti emergono accenti Morandiani e la pennellata che marca i contorni rimanda a certi dipinti naturalistici di Renato Guttuso. Possibili riferimenti a classici della pittura moderna e contemporanea sarebbero molteplici, essi però fanno parte del patrimonio culturale dell’artista, che nel suo lavoro appare libero da condizionamenti e caratterizzato da spiccata originalità.
Ben oltre la rappresentazione realistica, in cui vecchio e nuovo si confondono con cose antiche e moderni telefonini, con attrezzi semplici e macchine sofisticate, un sapore surrealistico avvolge le immagini. Semplici oggetti trasfigurati che proiettano ombre ed ombre di sé che fanno da sfondo agli oggetti. Presenze e assenze.
Più che di classiche nature morte, di still-life, converrebbe parlare di autoritratti mediati da cose che recano l’impronta dell’artista. Dietro il gesto pittorico vi è il gesto dell’uomo che cerca ed ordina in apparente disordine gli oggetti da raffigurare. Meta-rappresentazioni di un’attività vitale, di una ricerca di sé, di uno scavare nei ripostigli e negli angoli delle domestiche pareti per andare in fondo allo specchio, dove l’emozione e l’inconscio assumono un senso universalistico. Ecco allora che attraverso oggetti assemblati con oculata maestria compositiva appare l’inverso della reificazione e si svela una soggettività creativa che anima le cose.
La qualità pittorica di Lorenzo Vadi si basa su di un bagaglio tecnico notevole, che comprende, con una affinata sensibilità estetica, la capacità di produrre in proprio colori usando tecniche classiche ed antiche. Ed è soprattutto nelle monocromie che si mostra la capacità di utilizzare un’ampia gamma di gradienti tonali che esaltano l’espressività dei dipinti.
Le sue creazioni si presentano vibranti e dinamiche, non solo poiché la staticità degli oggetti è solo apparente ed essi sembrano essere lì per un momento, in attesa di esser riposti altrove, ma soprattutto dinamico è il risultato di una visione poetica delle cose che Lorenzo Vadi riesce a comunicare.
Osvaldo Pieroni
Ordinario di Sociologia dell’Ambiente
Università della Calabria
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