Sta provando, beatrice, sta, continuamente, cercando di abbinare sensazioni a segni, segni a oggetti, oggetti a colori … e così via!
Attinge al suo bagaglio e trova spunti oltre … cerca e ricerca, prova e riprova, continuamente, a volte con fatica, a volte liberamente, a volte costretta in confini che cedono, sistematicamente, alla sua irruenza … Recupera di continuo dati in questo mondo oltre e tenta di agganciarli, portarli in un di qua temporaneamente, prova a tradurli per sé, per noi per tutti coloro che le passano accanto ed entrano, inevitabilmente, nella sua sfera percettiva … Ha voglia di parlare, ha bisogno di sentire, ha desiderio di sperimentare quella materia che, da sempre, si è trovata intorno ma che adesso le si mostra diversa: la chiama a una lettura diversa … E così passa, continuamente, dai colori al bianco e nero, dalla tela alla plastica, dalle corde al metallo … Con leggerezza, con armonia, con veemenza … Ha voglia, ha piacere, ha desiderio ha necessità di fare… Osservandola, un attimo, dall’esterno mi sorge spontaneo un termine per definire questo suo meraviglioso processo: risonanza …
Bbbbbbbbbgtròewèdflggggggggggggrrrrrrrrrrrrrrr000000000eeeeeeeeeeeòssssssssfìììì’’’’’’’’’ ùùùùùùùùàààààààààààà---------- …………
Sì: risonanza … ri-so-nan-za … la sentite?!! Tendete l’orecchio, mettetevi in ascolto … l’assenza di suoni non significa mutismo, l’assenza di realtà mimetica non significa solo fantasia … Colori diventano zavorre, sensazioni si traducono in immagini, movimenti assumono volti, idee diventano presenze … In un continuo divenire …
La sua grande libertà di pensiero si trasferisce naturalmente nelle opere, che vivono e respirano della stessa, favorendo l’immediatezza del messaggio … Infine, invitiamo volentieri un occhio più critico alla valutazione delle capacità cromatiche di beatrice, alla maturità del tratto, al riconoscere, immediatamente, un carattere forte e uno stile già proprio, distintivi di significato e indiscussa riconoscibilità e appartenenza.
Chiara Gioli
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