Intervista all'artista Daniela Rebecchi
Interviste, Roma, 07 July 2014
Intervista all’artista Daniela Rebecchi
Opere scelte in visione fino al 31 agosto 2014

1. In quali circostanze è nato il tuo desiderio di fare arte?
Ho cominciato a dipingere e disegnare molto presto, a 12-13 anni disegnavo su tutto quello che trovavo, persino sulle maioliche della cucina, oppure trasformavo oggetti di casa, appiccicandoci sopra di tutto (ora si chiamerebbero “contaminazioni”, ma all’epoca, non sapevo nulla di correnti pittoriche ed era pura creatività. Penso che la necessità di esprimersi attraverso la pittura e l’arte in genere sia nata dall’impossibilità di esprimere il mio bisogno di libertà. L’idea creativa intesa come fuga, e come ribellione nei riguardi degli oggetti e delle abitudini consolidate (appunto gli oggetti di casa o I muri). Considera che ho vissuto la mia adolescenza in un periodo storico ancora buio e permeato dall’autoritarismo dei genitori.

2. Quali temi o stati d’animo affronti nelle tue opere?
L’espressione artistica, a mio giudizio, non può nascere, se non da un’afflizione o insofferenza interiore, che viene dal proprio vissuto e scaturisce anche dal disagio creato da quanto accade nel mondo, nella società (di storico, politico, sociale, etc...). Tutto questo colpisce e urta contro i propri principi ed il proprio modo di essere. Spesso mi arrabbio per la stupidità umana, l’ignoranza, il medioevo culturale nel quale stiamo precipitando, e così nascono i temi, sui quali baso le mie ricerche, e parte della mia espressione artistica.
Ovviamente c’è anche la parte più intima della mia pittura, alcune opere più istintive ed “orfiche” nelle quali esprimo sensazioni che si riferiscono alla mia sfera inconscia, oppure legate alla mia vita, ma quelle le tengo per me.

3. Fare arte per te è pura necessità; ma lo è per pulsioni inconsce ed emozionali o esigenze della ragione che si esprimono nel reale?
E’ chiaro che la pittura è parte di me, da sempre. E’ il tempo migliore, che trascorri con te stessa, sei solo tu, davanti alla tua tela, puoi esprimerti liberamente, nessuno può ingerire nel tuo lavoro, sei veramente libera di volare.
Dove finisce questo rapporto di simbiosi, inizia il “didascalico” e cioè il desiderio di esprimere e di trasmettere agli altri i propri pensieri o le proprie denunce sociali, non so, la linea di demarcazione è molto sottile; mi interesso di molte cose, sia in ambito sociale, che in quello filosofico/sociologico, storico, letterario, psicologico, etc. etc. leggo molto e quindi continuamente vengo a conoscenza di fatti e cose e allora comincio a pensare e vengono fuori, come le chiamo io le “tracce” che forse svilupperò o non svilupperò in idee ed opere.

4. Un aspetto peculiare del tua arte sembra essere il controsenso, l'ironia? quali significati e messaggi vuoi trasmettere al tuo pubblico?
O sicuramente , penso che mettere in ridicolo certe cose, sia più efficace, che non deprecarle. A volte il messaggio risulta più incisivo, perché ci ha fatto sorridere. E così spesso tiro fuori più la parte ironica, sarcastica, e persino blasfema di certe situazioni, piuttosto che la parte drammatica.
La mia elaborazione mentale procede, probabilmente dall’osservazione di tutto ciò che stona, che suona come discordanza, che deforma, distorce, e che alla fine è talmente esagerata da risultare grottesca.

5. Secondo te, l'arte è ancora capace di avere un ruolo di denuncia o riflessione sul sociale?
Ti rispondo con un frase famosa:
“È nel sonno della pubblica coscienza che maturano le dittature.”
(Alexis de Tocqueville)
Questa frase rende bene quanto è accaduto nell’ultima parte del ‘900. Il silenzio degli artisti degli ultimi decenni, la mercificazione del mondo dell’arte, che ha reso la pittura un bene di largo consumo o investimento finanziario, ha messo a tacere quello che era lo spirito fondamentale di denuncia e di ribellione e la funzione sociale dell’arte si è quasi completamente persa.
Qualcosa si sta muovendo per restituire loro la voce. Ma certo è una lotta impari.

6. Sei stata affascinata da un artista o un movimento in particolare?
Non sono appassionata di un artista in particolare. Adoro Klimt ma anche De Lempicka, e poi c’è Van Gogh e sicuramente il futurismo, al di fuori della strumentazione politica che purtroppo ne è stata fatta: Balla ,Boccioni, De Pero e tanti altri.

7. Cosa pensi dell’arte di oggi?
Il discorso sarebbe lungo, solo alcune osservazioni:
La forma deve ancora esistere, è il modo con il quale vediamo le cose. E anche il modo per rendere le cose visibili e comprensibili agli altri. E se l’arte e la pittura deve avere anche una funzione sociale, tanto più deve essere fruibile da tutti. Oggi frequentemente non è così .
Per quanto riguarda invece lo spazio nel quale si muove oggi l’arte e la pittura occorrerebbe ridefinire la distinzione fra arte e creatività per evitare che nelle mostre di pittura finiscano cartelloni pubblicitari, fotografie elaborate con photoshop etc… Dove finisce la creatività ed inizia l’arte? Senza nulla togliere a questi “creativi”, per carità, ben venga la creatività, a volte eccezionale, ma non sempre può essere considerata arte. Oggi c’è un po’ di confusione.
In Italia, sembra non esserci più pittori, visto che gli spazi museali pubblici vengono riservati sempre e solo a pittori giapponesi, cinesi, russi…etc...
Per il resto si vedono tante belle cose, ancora tanta qualità, ma fuori dei circuiti ufficialmente consacrati, nelle piccole gallerie, artisti e curatori che fortunatamente ancora credono che si possa fare pittura di qualità, sono piccole nicchie, ma resistono.

9. Parlaci delle tue prossime opere
Al momento sto lavorando su un’altra “città Saprofita” , sono le nostre città storiche in mano all’edilizia moderna, che inglobano tutto quello che trovano, stritolano e distruggono le nostre tradizioni ed i vecchi quartieri in nome della modernità rendendo le nostre città disumane.
L’altro mio filone sono le “metamorfosi”: ovvero le mutazioni che la vita moderna possono portare nel fisico umano in una visione apocalittica, nella quale il corpo muta conformazione a causa dell’uso esasperato delle moderne tecnologie, elettrodomestici, automobili etc....

10. Per chi volesse seguirti o vedere i tuoi lavori dove può cercarti?
Espongo in permanenza presso la Galleria Rosso Cinabro.
E potete seguirmi anche sul mio sito: www.danielarebecchi.it, dove troverete il mio curriculum e altre mie opere.

e per conoscerti meglio, se vuoi ... ecco di seguito il mini questionario proustiano:

Il tratto principale del mio carattere: Forse la curiosità
Quel che apprezzo di più nei miei amici : Che mi sopportano!
Il mio principale difetto: Parlo troppo.
Il mio principale pregio: Penso di essere abbastanza generosa.
La mia occupazione preferita: Che me lo chiedi a fare! Indovina?
Il mio sogno di felicità: Avere Tempo.
Il Paese dove vorrei vivere: Un Italia migliore.
Il colore che preferisco: Il rosso
Quale è la musica che ascolto più spesso: Mozart, e anni ‘60/70
I tuoi films preferiti, il tuo scrittore preferito: Non vado spesso al cinema. Camilleri e Saramago, Pamuk, ultimamente sto leggendo molta saggistica.
Il dono di natura che vorrei avere: La diplomazia
Come vorrei morire: Con la speranza di reincarnarmi in una persona cattivissima!!!!!
Hai un motto? La vita è un gioco, e spesso occorre prenderla come tale e giocarsela fino in fondo!

Opere in permanenza presso la galleria RossoCinabro Via Raffaele Cadorna 28, 00187 Roma tel. 06 60658125 web: rossocinabro.com

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