Non si può non provare una sensazione di malinconia nell'osservare questi quadri di Giulietta Cavallotti che proseguono una ricerca sul tema iniziata nel 2008 e sancita dalla mostra romana "Soavità e pessimismo".
Vi si agita dentro un duplice contenuto di abbandono spirituale e di blando conforto. Il moto del treno che arriva o parte e il riparo di un vagone al cui interno un'anima osserva il mondo scorrere fuori.
Un' anima che si riflette sul finestrino e nel riflettersi serba intera il proprio mistero indecifrabile. Ma a sua volta il riflettersi di sé stessi vale, in queste tele miti il riflettersi del mondo che scorre privo di stazioni ove sostare.
Fra l'io e l'altro da sé si realizza in tal modo una simbiosi che è cifra e LEITMOTIV di queste opere. H.G.
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