Mostre, Aosta, 09 June 2008
IO... di Mario Tonino

dal 7 al 29 giugno 2008

Vernissage venerdi 6 giugno dalle 19.00 alle 22.30
Giovedì 12 giugno alle 18,45 incontro con l'artista.

orario Galleria: LUN-VEN h 12,00-20,00
SAB h 10,00-13,00/17,00-20,00

Via Tommaso Campanella 36 - ROMA
www.creativeroom.org
info@creativeroom.org

Fino al 29 Giugno - Mario Tonino: Io...
Creativeroom
Via Tommaso Campanella 36
06 39728186
www.creativeroom.org

Il nuovo appuntamento alla Galleria Creativeroom è "Io...", mostra dell'artista Mario Tonino, pittore dal carattere quantomeno eclettico, autore di una ricerca che parte da sé stesso, per ritrovare nel suo farsi l'essenza allo stato puro dell'espressione.
Le tele hanno il colore disteso di Matisse, il segno imperativo di Fontana, la linea geometrica del Kandinskij maturo, la spazialità razionale di Mondrian. Ma di fronte a un lavoro di Tonino è impossibile pensare un filone unico che possa riconciliare questo lavoro tanto complesso.

Mario è un maestro che fin dall'inizio dichiara onestamente "Io...", perché è in questo atto volitivo che si muove il magma da cui attinge. Facile trovare riferimenti a un passato più o meno recente. Difficile potersi limitare a quello, per leggere un artista dal carattere così articolato.
La serie degli Androidi mostra protoforme riconoscibili solo in alcuni tratti: le fisionomie si stagliano su sfondi scuri e impenetrabili, quasi a lasciare che, galleggiando nel proprio spazio pittorico rarefatto, possano uscire dal limite del quadro. Geometrie piramidali invadono il loro ambiente e riportano la mente sul binario dell'idea allo stato puro, pensiero forse utopico, eppure necessario.

Il Grande Occhio è una composizione piacevolmente destabilizzante: domina il rosso, e la figura filiforme che presiede al centro è dolcemente emblematica. L'occhio azzurro si stacca dal colore del suo mondo pittorico enfatizzando sé stesso, distogliendo l'attenzione da tutto il resto. Lo spazio completamente piatto che lo circonda, l'assenza di colore increspato attorno al segno, sembra alluda alla santità di quella particolare visione figura di memoria giacomettiana. Guardando un'opera del genere appare evidente l'impossibilità di ridurre Mario Tonino a una mera categoria espressiva. C'è tutta la ricerca dell'ultimo secolo, è vero, ma è soltanto una fonte da cui attingere per andare oltre qualsiasi categoria di pensiero.

Nella cornice organica di Io...Gesù un doppio spazio taglia verticalmente la tela, sebbene non in maniera equivalente; Tonino narra il profilo appena leggibile di un uomo, e il segno tracciato dal palmo della sua mano su un campo rosso. A invadere i due regni cromatici un lampo dal sapore caravaggesco della Vocazione di San Matteo.
Il ritratto della signora anziana ritrova ancora protoforme di un profilo comunque leggibile, che sboccia nell'abito bianco e nero della donna. Non c'è profondità spaziale, né coordinate cui aggrapparsi: l'anziana signora fluttua nella stretta tela verticale, indifferente all'osservatore. I suoi pensieri l'hanno allontanata da qualsiasi dialogo con gli inquilini dello spazio espositivo.

Io...maschera ardente nasce dalla sua cornice gialla: il profilo di un viso germoglia su un orizzonte nero e grigio. Il rosso copricapo è l'energia sprigionata dal pensiero allo stato puro, la sua diramazione oltrepassa i limiti del quadro.
Luce blu è di una dolcezza sconfinata nonostante i colori freddi che costruiscono la composizione. Profili femminili compressi e sospesi a un sottile filo che cade dal cielo, scavati lungo il perimetro del loro corpo. Un conglomerato di carni che si cercano fino quasi a coincidere, per ritrovare la sicurezza dell'unione oltre il freddo della luce che invade metà della tela.

Il cane svela parte di un volto poco più in alto del centro della tela, avvolto da colori liquidi e graffiati. Io...e l'entropia ritrova ancora protoforme in taluni casi riconoscibili: è la dissoluzione in divenire nello spazio geometrico che circonda il soggetto.
Io maschio, Io femmina ha un doppio profilo posto al centro dagli stessi lineamenti, ma toni che "femminilizzano" il ritratto in alto. È il profilo dell'autore, naturalmente. I colori rigorosamente geometrici sono cuciti; due tele vuote collocate all'interno dell'opera bucano lo spazio, costringendo a vedere oltre, con un effetto evidentemente destabilizzante.

Io...e le mie quattro vite è l'installazione che domina al centro della sala: Tonino e i suoi cinque profili spaziano per tutta l'area che la composizione scultorea riesce a invadere, mentre una natura spoglia e acida fa da sfondo allo sguardo del volto più definito. Io...brandelli di idee nasconde dentro una massa informe blu i lineamenti di Mario, mentre pensiero distillato fuoriesce colando in solide cannucce di plastica.
Un piccolo appunto: le opere esposte hanno titoli che non resteranno tali per sempre. I lavori sono integralmente parte dell'autore, e pertanto sono soggetti a mutamenti, proprio come la mano che li ha portati alla luce. Inutile cercare di fermarsi alle nomenclature: il fare di Tonino vive, e difficilmente potrà cristallizzarsi.

Matteo Olivieri crakweb.it

10-06-2008

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login