In mostra, una selezione di opere ad acrilico su tela, tempestate di cristalli Swarovski e incentrante sulla figura del camaleonte, da sempre sinonimo di trasformazione e mutamento.
«Se fosse una documentarista - scrive Barbara Codogno - gli animali dipinti da Sonia Strukul non verrebbero di certo da foreste equatoriali, piuttosto li potresti incrociare in qualche salon de beauté di Kings Road, intenti a far risaltare le unghie con smalti fluorescenti, a rimodernare il look con un restayling punk alla Zandra Rhodes, prediligendo folte creste fucsia o blu elettrico». Questo perché, prosegue il critico d’arte, «i suoi mutanti sono lo specchio della nostra evoluzione, frivola, imbellettata, swarovskizzata». «Una natura spettacolarizzata, snaturata e umanizzata e per questo molto fragile, seriale, senza più titoli: mutante 1; mutante 2. In questo risiede l’animus della pittrice che ci tranquillizza ingannevolmente con l’etologia, proponendoci invece un ammicco che prepotentemente invece ci porta a riflettere su noi stessi».
L’esposizione, che sarà inaugurata venerdì 8 ottobre alle ore 18.00 in presenza dell’artista e del professor Guido Galesso, sarà visitabile fino al 17 ottobre 2010, feriali e festivi con orario 16.00-19.00.
Nata a Padova nel 1960, Sonia Strukul frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia, seguendo il corso di pittura di Emilio Vedova. Durante gli anni dell’Accademia, con il gruppo "Laboratorio Ambientazione" diretto da Donato Sartori, tiene operazioni di land art nei luoghi più rappresentativi delle città italiane, dal Castello Sforzesco di Milano al Maschio Angioino di Napoli, e viene selezionata per alcune manifestazioni, come l’"Expo Arte" di Bari e "Linea Diretta" a Palazzo Forti di Verona. Prosegue la sua formazione all’École nationale supérieure des beaux-arts ed intraprende numerosi viaggi in Africa e in Oriente. Prende parte a diverse esposizioni, come "Pittpannello" (Helium, Parigi, 1983), "Personale" (Fondazione Bevilaqua La Masa, Venezia, 1987) e "Trasformazione" (Libreria Draghi, Padova, 2009), risultando tra i finalisti del Premio Arte (2009) e tra i vincitori del Premio Afrodite (2010). È stata recentemente invitata alla Biennale di Spalato e ad un simposio internazionale di artisti in Romania.
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