Mostre, Roma, 01 May 2008
Artista: Jessica Iapino


Mostra: ad alta digeribilità - bring me back_HIGH


Curatore: Alessandro Facente


Luogo: magazzino "le Gallinelle – ex convento"

Via Panisperna 61 (00184) Roma


Inaugurazione: Giovedì 8 maggio 2008 ore 19:00






Durata: 8 maggio – 13 giugno 2008



Coproduzione: L'UNION arte contemporanea, FONDAZIONE VOLUME!





L'8 maggio 2008, dalle ore 19:00, presso gli spazi del magazzino "le Gallinelle – ex convento", L'UNION arte contemporanea, in coproduzione con la FONDAZIONE VOLUME! presentano l'intervento di Jessica Iapino bring me back_HIGH, prima tappa del progetto ad alta digeribilità a cura di Alessandro Facente.



ad alta digeribilità è una teoria che discute gli stati di limite del corpo e le sue reazioni psichiche tramite le metafore dell'alimentazione, il doping, connessi alle grandi contraddizioni attuali legate soprattutto allo sforzo fisico e sociale dell'uomo come volontà migliorativa e necessità reattiva per un "corretto" e "ortodosso" modus vivendi.

All'interno del progetto curatoriale, come prima tappa, bring me back_HIGH gioca sull'impotenza del fisico, la menomazione, la malattia, il dolore e l'immobilità come lenta stasi paradossalmente connessa alla morte e prima reazione riparativa della mente quale super-reazione dell'organismo.

Lo spazio selezionato è coscientemente scelto. Un magazzino di un ex convento, un'evidente base di religiosità, dunque l'installazione di un lettino da autopsia elevato ad oggetto di design, sarà l'alcolva entro cui, i personaggi uomo-donna della video-ambientazone, interagiranno l'un l'altro in un gioco di sdoppiamento mimetico.

Lo spazio sarà una sorta di sepolcro, un basement, un obitorio con delle figure proiettate nei muri come spettri in un loop secolare, intrappolate dentro se stesse e nelle loro nevrosi: il battere del pugno o il dondolarsi avanti e indietro.

Un confine tra spiritualità, psiche e corpo. Una "chiesa-non chiesa" metafora di vita-non vita proprio perché luogo che in passato ne conservava il cibo, simbolo cosmico di sopravvivenza.

La fede. La preghiera.

L'intervento nasce dall'idea di interpretare gli stati mentali e fisici di impotenza nel preciso istante del distacco dal corpo, immaginando una parte di vita o dopo vita.

Tutto questo in senso più ampio può ritrarre anche un qualsiasi stato mentale vegetativo o momento di pazzia o schizofrenia.

Per questo motivo la scelta dello sdoppiamento dall'uomo alla donna e viceversa, fino al frenetico confondersi e al graduale decesso con la smaterializzazione sonora della voce oltre il corpo in un conflitto psicologico, un'indecisione, una strada che davanti a noi si sdoppia: sono le domande che ci porremmo nell'esatto istante successivo del decesso.

Una preghiera.

Bring me BACK, riportami indietro, HIGH in alto…







Nei mesi di ottobre-novembre la II tappa chist'è 'o paese d''o sole di Angelo Bellobono



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