La bellezza della pietra di certo non necessita di parole, ma solo di calda e fredda ammirazione: a seconda di come la luce bacia la sua superficie, infatti, i nauti si trovano a solcare la durezza della pietra o la morbidezza del cuore, quasi etereo, dove le naturali venature della storia hanno tracciato un percorso tutto da scoprire. Ma ecco che la luce si accende, il cuore prende vita e il freddo onice si scalda dall’interno, regalando uno spettacolo cromatico senza eguali: i nauti osservano, indagano e percorrono il tempo, collegando quegli antichi segni lasciati nelle grotte di Lascaux 40mila anni fa con i segni del nostro contemporaneo. Dalla terra al cosmo il mondo è racchiuso nella sua globalità, segnando quasi quella ciclicità che porta il tempo ad appiattirsi e a incontrarsi ieri, oggi e domani.
Marco Grilli, Critico e Storico d'Arte
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