A confronto – per la prima volta – tre lavori ampiamente riconosciuti sul piano nazionale ed internazionale: “Hidden Islam” di Nicolò Degiorgis, premiato con l’Aperture Paris Photo First Book Award 2014 e Author Book Award ai Rencontres d’Arles 2014 per la sezione giovani autori; “The other half” di Masiar Pasquali, esposto in doppia personale con Gabriele Basilico in Galleria Belvedere a Milano nel 2015; e “La Ville Noire” di Giovanni Troilo, vincitore (premio poi revocato tra varie polemiche) del World Press Photo 2015 per la sezione Contemporary Issues.
“La metà nascosta” si interroga su una questione chiave per la nostra esistenza individuale e sociale, nell’Italia come nell’Europa di oggi: il nostro quotidiano rapporto – a livello percettivo e di coscienza – con realtà a noi tanto prossime da costituire quasi delle nostre “metà”, ma impenetrabili e forse inconoscibili al di là dello sguardo.
Attraverso il foto-libro “Hidden Islam”, Nicolò Degiorgis mappa e ritrae, con occhio distaccato e approccio tassonomico, l’esterno e l’interno dei luoghi di preghiera “improvvisati” delle comunità islamiche del nord-est italiano: un’inedita topografia dall’ordinamento seriale che più avvicina e rende visibile un mondo – parte del nostro mondo – più ne oggettivizza l’impenetrabilità, la quasi invisibilità al nostro cospetto. Fotografandone anche gli interni la sua fotografia accede sommessamente all’umano. Ma mentre essa varca soglie e guarda “da dentro”, la fiducia in un progressivo conoscere si ribalta in domanda: su cosa vediamo, su cosa (non) ne sappiamo. E quale posizione è la nostra.
In “The other half” Masiar Pasquali (padre italiano e madre iraniana) racconta con un linguaggio intimista il proprio viaggio in Iran sulle tracce della madre che non ha visto per numerosi anni dopo la separazione dal padre. La raggiunge nell’odierna Teheran, negli ambienti a lei intimi, la riporta brevemente a sé. Riapre porte del noto e dell’ignoto a se stesso, varca il confine fra civiltà, che è anche un confine a lui interno. Ma il fotografo-figlio, e lo spettatore con lui, non si assicurano alcuna conquista, alcun possesso certo: la “metà” materna, mentre riaffiora allo sguardo di chi la cerca, sembra sfuggire, nascondersi una volta di più.
“La Ville Noire” di Giovanni Troilo sposta l’attenzione su Charleroi, “città nera” e cuore oscuro d’Europa non solo per la storia mineraria e di emigrazione che l’ha annodata al sud europeo, ma anche per il volto ambiguo dei suoi luoghi fisici, dei volti umani e degli squarci di vita privata che il fotografo svela, generando straniamento e domande irrisolte. In questione è il nostro pensare e conoscere a stento un paese simbolo per l’Europa di oggi, il Belgio: sfondo di interrogativi angosciosi legati all’emigrazione (italiana prima, magrebina oggi), alla fine del lavoro, alla fragile, smarrita identità europea.
“La metà nascosta” propone anche un programma di incontri con gli autori e con ospiti, ponendo a confronto il pubblico con un segmento significativo della giovane fotografia italiana per sollevare domande intorno alla percezione dell’ “altro” con cui coabitiamo, ma anche sul nostro modo di rapportarci alle immagini – alla loro “verità” presunta – in un’epoca definita della “post-verità”.
https://lametanascosta.wordpress.com/
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