Il miracolo di un attimo
Mostre, Barletta, 21 February 2018
Per la prima volta nel triennio dedicato all’arte e al cinema si è prescelta una commedia per introdurre un’esposizione di arte contemporanea. Una citazione essenziale estrapolata da un film semplicistico che lascia pensare proprio alle opere d’arte.
Ogni opera d’arte è un miracolo.
Frutto di attimi di creazione, istinti, emozioni, situazioni, pensieri, ricordi attraverso l’arte si esce dall’inferno quotidiano per godere dei colori, del piacere di immedesimarsi in spazi diversi dal quotidiano che siano innovativi nella tecnica, lontani dal qualunquismo commerciale e che sappiano fare la differenza. Il miracolo sorprende sempre e zittisce: ogni opera d’arte di questo evento saprà far tacere l’osservatore. Quattro i prescelti Lucia Contini, Luciano Curtarello, Giorgia Pelloni, Francesco Rosina che prima attireranno l’osservatore all’intermo con i toni e poi lo zittiranno per la grandezza dei mondi che saprà rendere e per le emozioni che saprà suscitare.
Tutte opere figurative dai tratti differenti e dallo stile diverso; se nell’astrazione la casualità del gesto consente un confronto sempre diverso, nella figurazione il confronto diviene più incisivo e rilevante. Due sale in cui cromie e tratti consentono all’osservatore di percorrere la definizione dei particolari, la grandezza dei ritratti, le scene urbane estrapolate dalla routine, la femminilità negli guardi e nelle pose e l’interiorità in donne accovacciate inquadrate in pochi gesti.
Luciano Curtarello ferma luci ed ombre di una quotidianità urbana, diurna o notturna, offrendo spaccati di grande schiettezza paesaggistica ed introducendo l’osservatore in quelle rappresentazioni. Ci si sente intrappolati nelle opere e si ha voglia di saltare nel cuore delle rappresentazioni per cogliere la schiettezza di quelle situazioni e di quei posti raccogliendo l’intimità del paesaggio e di chi è rappresentato. Ebbene sì, Curtarello riesce a giungere all’anima del paesaggio cogliendo l’intimità di ogni posto. Parte dalla realtà per creare dei chiaro-scuri di impatto che, resi con tonalità sempre differenti, riescono a identificare attimi particolari. Un’arte altamente contemporanea perché tutta questa grandezza è l’esito di una produzione digitale, un programma consente all’artisti di dipingere al pc, non fotografie rielaborate, ma una creazione digitale che dopo la stampa viene manualmente ritoccata, tratteggiata e resa unica. Una resa digitale grandiosa perché ogni opera d’arte gode di intromissioni e manomissioni dell’artista sempre diverse, interpretazioni singolari che rendono la soluzione finale irripetibile. Si assiste spesso oggi a rese iperrealiste e tutti sono grandiose nel saper rendere i diversi aspetti della contemporaneità: Curtarello palesa la natura digitale delle sue opere evidenziando come l’arte contemporanea possa essere definita tale anche perché si avvale di idea ed innovazione che in lui divengono grandiosità e verità.
Dott.ssa Anna Soricaro

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