Onde sonore
Testi critici, Napoli, 22 October 2017
Nel suo libero svolgimento creativo Nadia Cesarini concepisce la realtà come continuo attuarsi del pensiero, un’emancipazione dai turbamenti dell’anima.
Nel dipinto Disarmonia all’interno di un sistema geometrico si evidenzia l’armonia nella disarmonia. Attenta alle vibrazioni materiche l’artista custodisce una gestualità singolare della sua esplicitazione creativa. Un dipinto vigile, scrupoloso non affidato ad una mera casualità ma piuttosto ad una coreografia visionaria, una sorta di grafico di un universo di segni con un posizionamento definitivo e stabile, una costellazione contaminata da linee nette precise, un susseguirsi di divergenze e convergenze metafora del caos in cui la sua anima è costretta a vivere.
Di tutt’altro sapore “la danza deL pavone e dei delfini”, una appassionata esplorazione dell’artista, in uno spazio di suggestioni, dove emerge una spiccata sensibilità musicale modulata da delicatissime cromie e da una ritmicità del segno. Nell’osservare il dipinto mi viene alla mente un verso di Ungaretti: “…mi sono riconosciuto/una docile fibra/dell’ Universo …”. Una danza di mutevoli presenze tracciano i labirinti del pensiero, suggestioni visive frutto di condensazioni e rarefazioni della luce e del colore. Segmenti impazziti si agitano nel vuoto, cercano uno spazio che non c’è, irrompono e manifestano l’inatteso, atti che con impulsività intervengono a sconvolgere il sorgere unitario della forma, il fluire della narrazione. Segni che costruiscono un’intimità svelata, un’apertura dello spazio privato dell’artista. Filamenti di sottosuoni mossi da un’onda sonora. Nadia Cesarini cela la realtà codificandola, alla ricerca di uno spiraglio di libertà attraverso il labirinto senza uscita della sua identità. Nota critica Dott.ssa Maria DE MICHELE

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