Testi critici, Roma, Ladispoli, 20 September 2017
L'opera è un affresco sui concetti di amore e rinascita, composto sulle note dell'astrattismo cromatico di matrice simbolista. Forme morbide e sinuose conducono l'osservatore tra geometrie sacre e mondi multidimensionali avvolgendolo con una pennellata energica, permeata di intenso colorismo ad instaurare un rapporto emozionale di partecipazione, un dialogo intimo e prezioso sviluppato all'interno di una composizione solida ed equilibrata, dall'andamento circolare e rafforzato dalla forza centripeta degli elementi sulla quale viene a strutturarsi con la cornice che è in realtà una porta di accesso per il riguardante, invitato da Nadia ad entrare nel suo mondo interiore.

Un viaggio iniziatico mediato dai simboli, di cui il primo è l'infinito, anello di congiunzione spazio-temporale che unisce i vari punti dell'esistenza in un continuo evolversi senza fine. L'incrocio dei due cerchi formano l'otto che è il segno della materia sublimata, elevata per raggiungere la perfezione nella congiunzione amorosa, rappresentata dai segni zodiacali intrecciati che si legano alla spirale, tra le figure più diffuse in natura a simboleggiare la dinamicità dello scorrere dell'energia universale nella continua creazione e dissoluzione delle forme nel passaggio tra vita, morte e rinascita, in connessione con i pesci, segno di riconoscimento del Cristo e nutrimento spirituale per l'unione sacra ed eterna. In basso sulla destra, posizionata sulla linea perpendicolare dei segni zodiacali, è la fenice nella quale si autorappresenta l'artista come colei che brucia se stessa per risorgere dalle ceneri e ricominciare la sua vita nell'infinito ciclo dell'Universo. Nella medesima posizione analogica i numeri IV e III, anch'essi perpendicolari e rispettivamente associati alla materia e alla Terra, il primo, e al Cielo ovvero alla triplice manifestazione del Dio Unico, Forza, Saggezza e Amore, il secondo.

Infine, a chiudere idealmente la raffigurazione, troviamo il simbolo orientale dello Ying e Yang collocato sulla stessa direttrice dell'infinito, espressione della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l'Universo, due entità opposte e complementari che formano la totalità. In ogni corpo umano risiede un cosmo in miniatura corrispondente al macrocosmo detto Natura, per cui i nostri corpi sono una cosa sola con l'Universo, in perenne mutamento. Ma Yin e Yang sono anche gli archetipi femminile e maschile: materno, ricettivo, intuitivo e complesso il primo, associato alla Terra; il potere creativo, l'intelletto lucido, razionale e luminoso il secondo, associato al Cielo. Lo scuro Yin e il luminoso Yang non possono esistere l'uno senza l'altro perché si creano a vicenda, sono interdipendenti ed inseparabili e la simmetria rotazionale che li unisce richiama il movimento ciclico e continuo che alimenta il cosmo (Testo di Elisabetta Mostarda).

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