Recensione sull'artista Aurora Rossini
09 February 2015
Quando si guarda una foto, un immagine o la tela di un ritratto, la prima reazione è di guardare immediatamente gli occhi del soggetto rappresentato. Occhi che scrutano, occhi che guardano fissi, sbarrati, impressi su carta o tela. Occhi che più di mille parole possono raccontare istanti di vita vissuta. Perché, come ben si sa, gli occhi sono lo specchio dell’anima, dipinti che nascono da mille incontri diversi e casuali. In ognuno c’è una storia vissuta che vuole essere scoperta.

E’ da questi incontri che l’artista Aurora Rossini risveglia le sue donne, mostrando una straordinaria capacità di farle entrare in comunicazione con lo spettatore; con i suoi tratti leggeri e decisi, di chi lavora lentamente ma inesorabilmente, cercando di catturare quell’impressione fuggente che permette allo spettatore di penetrare oltre la pelle delle sue opere. Perché in fondo cos’è la pelle se non un involucro, un contenitore di emozioni e pulsioni che lottano tra di loro?

Nei suoi dipinti riusciamo ad andare oltre, quasi arrivando a toccare la materia di cui siamo fatti. Tutto questo avviene grazie a una tecnica molto difficile da dominare per la sua imprevedibilità come l’acquerello, che nasce dall’incontro/scontro tra colore e acqua. Se non proporzionato la carta si sfalda come l’anima ma, ove è usata al meglio, rende il disegno leggero e capace di elevare le migliaia di sfumature del colore.

Aurora Rossini è una giovane pittrice e arte terapeuta emergente, che ha saputo sfruttare al meglio le sue capacità di artista e di donna, rivendicando nei contrasti il suo essere libera. Il punto di forza delle sue opere sta nei pensieri che girano intorno alle sue donne; la loro aura nasce da un grande senso di libertà unito ad un’etica innata . Fra i tanti contrasti emergono i capelli, che nei suoi ritratti sono sempre in evidenza: cornice per il viso, i capelli sono il confine che delinea al massimo i lineamenti, chiudendo lo spazio. In Aurora invece i capelli sono l’inizio di un non confine, la sua idea è che i capelli siano liberi di andare oltre l’apparenza, eliminando quindi uno dei principali confini del corpo. L’artista è in continuo mutamento, come i suoi disegni, attenta e precisa. I suoi pennelli e le sue matite raccontano storie di donne in trasformazione, che rivendicano una propria intimità anche dove è vietato chiedere di più.

Vedere che le sue opere ricambiano lo sguardo è un vero piacere per l’anima. L’artista, come un chirurgo, entra nella carne viva delle sue tele conferendo alle sue donne dalle mille posizioni la libertà di poter fare quello che vogliono, siano esse vestite, svestite, pensanti o in osservazione. Dentro le vene delle sue tele scorrono acqua e colore, materie della loro creazione.

Aurora Rossini non concepisce nelle sue opere l’idea di confini e chiusure, rivendica un diritto fondamentale dell’uomo che ogni tanto viene dimenticato, ovvero la libertà. Non sapremo mai perché le sue opere ci fissano, a cosa stiano pensando o cosa si accingono a fare, perché essere liberi non comporta costrizioni. La sua arte e la sua ispirazione sono esclusivamente figlie della libertà.

Chiara Giglio

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