Blindness - Personale di Carmen Sarbu (Recensione)
25 January 2015
“ Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, chè la dritta via era smarrita”.

Non è un caso aprire questa recensione con i primi tre versi della Divina Commedia. Il potere dell’arte è capace di unire una molteplicità di materie toccando nel profondo la vita di un uomo, lasciandovi un segno indelebile. Per molti artisti quel segno fatto con pennello e colori su una tela non è solo lo sfogo della propria creatività, ma sancisce una vera e propria investitura: l’artista diventa Vate, una guida da seguire affinché l’uomo possa raggiungere la felicità.

L’artista Carmen Sarbu si erge a nostra guida nel lungo percorso della vita umana, dove abbondano i pericoli e le scelte in grado di allontanarci dalla retta via. I protagonisti dei suoi disegni e dei suoi acquarelli sono tante figure asessuate in continuo movimento: in gruppo come se parlassero, o come se si fossero smarrite e non riuscissero più a trovare la strada. Inoltre queste figure sono bendate, quasi che stiano giocando a sorte sul loro destino, in un tempo e uno spazio che non ci è dato conoscere. L’artista rappresenta un modello di società cieca, incapace di scorgere quei valori che sono la base per il raggiungimento del bene supremo dell’umanità.

I suoi quadri giocano con il contrasto luce- oscurità: l’ombra di queste figure contrasta con lo sfondo molto luminoso su cui sono proiettate, quasi invitando lo spettatore a levarsi la benda dagli occhi. I suoi quadri non hanno però un lieto fine; le sue figure non si toglieranno mai la benda perchè la società non è ancora pronta per riveder le stelle. L’arte ha investito l’artista di una missione: guidare questa società smarrita alla piena conoscenza di ciò che la circonda, fino ai confini del mondo. Chi allora meglio di lei, che nasce in Romania, vive e lavora in Italia, e grazie al suo lavoro si ritrova a girare l’Europa; Spagna, Grecia e Francia , assorbendone e bilanciando culture e tradizioni. Solo un’artista degna di nota per sensibilità e dolcezza è capace di dare speranza a questa società, che da sola non riuscirebbe a tornare a vedere. I suoi quadri sono l’equivalente della Divina Commedia per Dante, ovvero la testimonianza di un mondo extra sensoriale, il manifesto che sancisce una nuova rinascita spirituale e fisica in cui ognuno di noi possa riconoscersi e fare da testimone alle nuove generazioni.

Un plauso speciale va al gallerista Eugenio Santoro, che grazie all’esperienza di una vita dedicata all’arte è riuscito perfettamente a mescolare il suo occhio curioso di talent scout ed il suo occhio metodico, segno di consapevolezza di ciò che vuole nella sua “home gallery”. Della Sarbu l’ha colpito questo incrocio tra il figurativo e l’astratto, che ritiene il massimo della completezza in un artista; ma l’elemento che l’ha contraddistinta è la sua disponibilità a collaborare con lui, e questa è la prova che nella vita non bisogna solo essere bravi ma anche collaborativi e semplici per poter creare cose belle.

Bravura, spontaneità, dolcezza, sensibilità e severità. Sono questi, insieme a tanti altri, gli elementi che compongono la figura di artista della Sarbu: l’arte per lei è una vocazione, che funge da ammonimento alla società in un mondo che sta cambiando senza che noi ce ne accorgiamo. I suoi quadri ci invitano a considerare l’idea che solo l’arte, e non più l’amore, è capace di muovere il sole e le altre stelle.

23/11/2014

Chiara Giglio
(Riproduzione riservata)

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login