06 August 2014
Riflettere sul tempo che ci circonda, che passa o quello che rimane con noi. Perché tutti percepiamo dilatazioni in alcuni momenti della vita, per alcuni più spesso, per altri meno. Ma è una cosa che riguarda tutti. E in quei momenti in cui un istante dura un eternità che effettivamente siamo completamente presenti e siamo lì, in tutto e per tutto. Se la vita è una possibilità, dovremmo allora rendere ogni istante prezioso, vivo e dal quale estirpare tutta la linfa che ha per sua natura. Tutti i minuti , che poi non sono che un unico divino istante, sempre quello presente , sempre “l’Ora”, sono lo specchio di un emozione pura , indistinta di cui facciamo esperienza nella vita ma, forse, non abbastanza come dovremmo o potremmo. Risucchiati dall’altro artificioso mondo creato dall’ uomo , ci si dimentica che l’istante è sacro e lo è sempre. La potenzialità di un momento è sempre la stessa ed è pressoché infinita. Vivere nella durata , nella sua vertigine dove la fisica non conta e il tempo non è una retta ma è un punto. Che stiamo facendo nella vita? E perchè? L'eco di ciò che facciamo risuona unicamente in quel punto che Bergson chiamava Durata. Altrimenti è tutto convenzionale , meccanico, freddo , formale e inutile. I minuti sono durata. Sempre e solo una durata, tempo della coscienza, e non potrebbe essere altrimenti. Allora nasce un’analisi sulla coscienza di sé all’interno del nostro spazio vitale. Quanto effettivamente diciamo la nostra vera opinione nella vita o quanto sia un'altra energia inerziale a muoverci indipendentemente da noi. I minuti stanno li a ricordare quegli istanti che abbiamo tutti, in cui emozioni e sensazioni non sono nient’altro che rima, nucleo unico di quel buco nero che non vediamo o non vogliamo vedere ma che dà colore alla vita. Facciamoci risucchiare completamente dal presente , cadiamo nel baratro della durata e solo lì capiremo che non conta il “poi” ma solo Ora.
Marco Massarotti
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