18 February 2015
Le mie opere si contraddistinguono dalla viscerale necessita' di esaltare la bellezza del corpo della donna. La sinuosita' della linea curva si relaziona assiduamente con la rigidita' minimalista del supporto, parte inscindibile da essa. Il dualismo piedistallo-scultura viene evidenziato dall' intrecciarsi di pieni-vuoti, linea-volume, liscio-ruvido ma il tutto amalgamato dalla purezza del bianco. La mutevolezza della forma nello spazio crea visioni astratte o visioni organiche a seconda del punto di osservazione. I volumi vengono torniti dalla luce naturale creando il giusto equilibrio dei pieni con i vuoti, tra involucro e il suo contenuto, suggerendo letture diverse. La luce puo' accarezzare la liscia ''pelle'' scultorea scivolando via ,che la modella e l' avvolge cercando la massima perfezione estetica o puo' entrare nella porosita' della ''pelle'' ruvida, superficie scabra, corrosa, ossea data dallo scalpellare nevrotico della materia creando infinite sfacettature. Nel processo riduttivo della figura vengono meno i dati antropomorfici ma ancora riconoscibili, dalla testa ridotta alle minime proporzioni alla completa assenza di piedi e mani. Il corpo puo' avere mutilazioni, vuoti e pieni per raggiungere il giusto equilibrio nello spazio scultoreo. Le forme arrotondate e vuote evocano la fecondita' e il desiderio dell'atto sessuale. La mia rivisitazione della realta' vuole esprimere un penoso senso di solitudine di figure scarnite fino all' osso, monconi di carne che vagano in un mondo onirico avvolte da un ermetico silenzio.
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celeste,
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