I sistemi voltati
29 July 2016
Volte e cupole

Queste strutture, derivate dall’arco fin dall’età contemporanea hanno avuto
grande importanza nell’architettura, perché consentivano di
realizzare coperture di ambienti, anche molto vasti, con
elementi di modeste dimensioni (mattoni o blocchi di pietra).

Con la moderna tecnologia del cemento armato esse hanno
generato nuove tipologie molto innovative, che lasciano al
progettista grandi margini di creatività per definire gli spazi
e caratterizzare l’intero organismo architettonico.

• Le volte
Queste strutture fiorirono in età romana come naturale
derivazione dell’arco; mentre quest’ultimo era destinato a
delimitare aperture nei muri, le volte consentivano la copertura
degli ambienti.
La loro realizzazione era basata sulla tecnica costruttiva
delle murature in calcestruzzo, cioè mattoni o blocchi di
pietra assemblati con un legante a base di calce.

La qualità del calcestruzzo, del quale i romani furono maestri,
era garanzia della solidità delle volte, che gradualmente conquistarono
leggerezza e dimensioni sempre maggiori.
Le tipologie classiche sono distinte in volte semplici e volte
composte.

• Volte semplici
• Volta a botte , struttura semicilindrica poggiante su due
muri di spalla; quando i muri seguono un andamento
circolare viene detta volta anulare, qual è ad esempio quella
degli ambulacri del Colosseo.

• Volta a vela , struttura semisferica sezionata da piani verticali,
passanti per i muri o i pilastri di sostegno. La volta a vela
è pertanto delimitata da archi poggianti sui pilastri o sui
muri; se si seziona con un piano orizzontale tangente agli
archi, la volta viene divisa in una calotta e in quattro pennacchi
sferici. Spesso i pennacchi sono impiegati per raccordare
una base poligonale a una cupola.

• Volte composte

• Volta a padiglione, generata dall’intersezione di due volte
a botte che hanno i lati d’imposta sui muri che delimitano
l’ambiente. Gli spicchi che formano la volta a padiglione
sono detti falde o fusi. Il poligono di base può avere anche
più di quattro lati, come nel capolavoro di Brunelleschi in
Volte a vela nel Palazzo della Ragione a Milano (1316). S. Maria del Fiore a Firenze.
Volte a botte nella Basilica di Massenzio a Roma (313 d.C.).
Volta a botte Volta a vela
Pennacchi sferici
originati dalla
sezione di una volta a vela
Cupola semisferica
su tamburo cilindrico
poggiante su pennacchi sferici

Volta a padiglione

Volta a botte con testate a
padiglione

Volta a schifo

Volta a crociera Volta a botte con lunette

Volte semplici

Volte composte

Volta a botte con testate a padiglione,
consistente in una volta a botte chiusa
in testata da due falde a padiglione.

• Volta a schifo, derivata dalla volta a
padiglione sezionata da un piano orizzontale,
espediente per ottenere una
superficie piana per decorazioni; usata
specialmente nelle sale di rappresentanza
dei palazzi dal Rinascimento in
poi.

• Le cupole
Questi elementi di copertura sono in
genere caratterizzati da una simmetria
centrale o dalla rotazione di un profilo
intorno a un asse verticale. L’esempio
più semplice è costituito da una calotta
semisferica.
Sono però definite come cupole anche
volte a base poligonale (come le volte a
vela o a padiglione) quando abbiano un
ruolo preminente tra gli altri elementi
dell’organismo architettonico; cupole
sono infatti chiamate le volte a padiglione
di S. Maria del Fiore a Firenze o della
Mole Antonelliana.
Spesso le cupole poggiano su un
tamburo di forma prismatica o cilindrica,
che poggia sulle strutture di base; il
tamburo, oltre a dare maggiore visibilità
e dignità a una cupola più alta, serve
anche all’apertura di finestre che illuminano
l’ambiente sottostante. Per raccordare
una base quadrata con un tamburo
ottagonale vengono inseriti dei pennacchi,
che possono avere forma sferica, conica
oppure più complessa.
Sulla sommità (cervello) della cupola
si apre molto spesso una lanterna, che
• Volta a crociera , generata
dall’intersezione di due volte a botte,
delle quali restano solo dei settori, chiamati
lunette o unghie. Questo tipo di
volta poggia solo sui vertici del poligono
di base.

• Volte lunettate , originate dall'innesto
di lunette in volte a padigione o a botte
di diametro maggiore; le lunette consentono
l'apertura di porte o finestre
nella volta principale.
Cupola di S. Maria di Loreto, a Roma, di Antonio
da Sangallo il Giovane (1501).
Mole Antonelliana a Torino, di Alessandro Antonelli
(1863-1900).
Volta a crociera nella basilica di S. Ambrogio a
Milano (XI sec.).
Volte con nervature nella Abbazia di Westminster
a Londra (1512).
Volta a botte con lunette nella Cappella Sistina a
Roma (1480).
Nell’evoluzione costruttiva delle volte
composte si affermarono tecniche basate
sull’impiego di nervature o costoloni, che
consentivano di impostare la volta su un
reticolo strutturale che veniva poi tamponato
da leggeri pannelli in muratura.
Specialmente nell’architettura gotica, il
risalto delle nervature divenne un elemento
caratteristico della composizione
architettonica, arrecando eleganti effetti
dinamici e decorativi agli spazi costruiti.
La storia dell’architettura ha prodotto una
vastissimo repertorio di cupole, che generalmente
sono l’elemento di maggiore
effetto negli organismi religiosi; con le
loro dimensioni, le articolazioni in nervature
o lacunari, le decorazioni, le sorgenti
luminose esse creano potenti suggestioni
di spiritualità. Oltre che elemento chiave
dello spazio interno dell’organismo architettonico,
le cupole sono anche un fattore
primario di connotazione del paesaggio
urbano, marcato da piccole e modeste
cupole oppure da grandi capolavori
dell’ingegno umano. Tra questi è impossibile
non ricordare la cupola del Pantheon
o di S. Pietro a Roma, di S. Maria del Fiore
a Firenze, di S. Sofia a Istanbul, di S. Lorenzo
e della Cappella della S. Sindone a
Torino, di S. Paolo a Londra.
V olte e cupole contemporanee
C on la tecnologia del cemento armato si sono aperti nuovi
orizzonti per questi elementi architettonici, non più semplici
coperture, ma veri soggetti dominanti dell’intero organismo.
La resistenza dei nuovi materiali ha esteso enormemente la
dimensione delle luci (distanze dagli appoggi), la continuità
delle strutture ha consentito di plasmare forme nuove e
mirabolanti. Le grandi costruzioni sportive, congressuali o
aeroportuali hanno fornito campi di prova per la sperimentazione
di volte e cupole avveniristiche.
Oltre alle forme libere, ampiamente adottate dagli architetti,
sono da citare alcune forme geometriche quali:
• volte a doppia curvatura, cioè con superfici concavo- convesse,
tra le quali le volte a sella, quelle ondulate e quelle a paraboloide
iperbolico;

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