Le ossessioni sono un fenomeno normale che viene considerate tabù quando diviene oggetto di una credenza collettiva. Ma credo che ormai non sia più così. Adesso è possibile vedere le ossessioni sotto una luce completamente diversa. E sì, vengono viste sotto una “luce”, e intendo molto di più che non una semplice espressione grammaticale.
L’ossessione non potrebbe mai essere ciò che è se innanzitutto non fosse vista. Non era neanche un vero pensiero fino a che non è stata etichettata come tale. E’ Questa la luce nella quale ogni cosa è vista. Gli stessi pensieri sono visti. Non sono visti da un’entità indipendente perché non c’è nessun punto nell’infinito che sia indipendente. Non è questione di prove scientifiche. E una questione di visione. Una visione che è esattamente l’azione di vedere, la naturale percezione della vita.
L’ossessione è l’oggetto e si tende a credere che quest’oggetto esista indipendentemente da tutto il resto. Si crede che appartenga a me, ossia un’altra entità indipendente nello spazio. Nessuno di questi concetti, considerati come oggetti reali, possiede in sé l’energia necessaria per sostenere se stesso indipendentemente gli uni dagli altri. La ragione di tutto questo, risiede nella visione. E’ la visione che dà luce, essa è la consapevolezza di qualsiasi cosa appare e scompare. E mentre gli oggetti scompaiono, la visione rimane. Questo mostra che la visione non appartiene ad uno stato psicologico e neanche appartiene ad un’esperienza la capacità di scomparire. Con questo si vuole intendere che è possibile vedere che non ci sono pensieri presenti. Questa visione è naturale per ognuno ed è ciò che non ha bisogno di alcuno sforzo, in quanto è ciò che ci rende vivi. E’ l’intelligenza che noi siamo. Un’intelligenza che anima, lega, infonde, espande ed è ugualmente presente ovunque nello stesso istante. E’ questa l’intelligenza che sta vedendo, che sta sperimentando ciò che viene chiamata vita.
Vitalità.
Ma torniamo ancora all’ossessione. L’ossessione è quel momento in cui la visione è intensamente focalizzata sull’oggetto che si crede reale. E’ un incessante impegno di attività psicologica. Un’attività che richiede grandi quantità di energia per sostenere se stesa, ma che nonostante tutto non è capace di farlo in modo indipendente nel tempo. Come una immagine “gif” ripetitiva, il bisogno di lasciarsi andare nella “visione” viene ignorato in quanto oggetto. Quello che sta accadendo, in effetti, è il ripetersi della credenza che l’oggetto è ciò di cui abbiamo bisogno per essere liberi. Il bisogno di soddisfazione stesso viene ignorato attraverso la credenza che la cosa vista sia reale e che possa dare soddisfazione se solo la si potesse consumare completamente. Praticamente questa è la radice della credenza che il concetto di “separazione” sia una realtà.
Qualsiasi visione di oggetti che sembrano darci la sensazione di piacere è in se un’ossessione più o meno rilevante. Il bisogno di soddisfazione si ripete in continuazione, a volte con frequenza altissima. Ma non è mai soddisfatto.
Nessuna modo di pensare psicologico è in grado di sedare questo bisogno per lungo tempo. Nessun metodo di condizionamento mentale può farci astenere da questo bisogno, semplicemente perché tutti i fenomeni sono legati al tempo e il tempo stesso è un fenomeno psicologico.
Quando le ossessioni raggiungono una frequenza molto alta, l’energia necessaria per sostenere i bisogni del nostro sistema, rischia di ottenere effetti pericolosi anche per l’ambiente circostante; il nostro stesso corpo può risentirne attraverso la velocizzazione del suo decadimento. Ci si ammala più facilmente. Chi conosce questo per esperienza vissuta, sa che un’ossessione può raggiungere proporzioni incredibili al solo scopo di ignorare la nozione di distruzione. Non che la distruzione non sia utile o necessaria in se stessa, ma qui si tratta di una distruzione eccentricamente decadente e psicologicamente degenerativa.
La visione naturale è uno sperimentare incondizionato. E’ quella intelligenza naturale che è già presente. L’ossessione accade nell’ambito di questa visione. Alla radice dell’ossessione c’è la visione stessa e per sradicare l’ossessione è necessario vedere la visione: poiché visione è conoscenza, ossia vedere è conoscere. Non una conoscenza psicologica, ma quel conoscere che è presente prima e oltre ogni pensiero.
Quel senso di essere presente e vivo senza dover pensare che lo sei è questa conoscenza.
Per quanto inizialmente potrebbe essere necessario uno sforzo per fermarsi e percepire questa presenza, la visione in se stessa non richiede alcuno sforzo. Potrebbe sembrare che si faccia uno sforzo all’inizio, per notare la visione e per notare qual è la natura di questo vedere. Questa natura è rivelatoria. Essa è luce, Intelligenza stessa, sulla quale e per mezzo della quale tutto appare e scompare. Nel vedere la visione non c’è alcun pensiero, semplicemente perché non c’è bisogno del pensiero per far apparire le cose. Il pensiero è l’etichetta data alle cose, ma non è la cosa in sé.
Artista visuale, vale la pena esplorare la natura della visione. La natura dello sperimentare, perché è a partire da questa natura che tutta l’arte si manifesta. E’ semplice ed allo stesso tempo profonda. E’ la tua vera natura.
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