Come Arianna ora vagabondo per un labirinto di cunicoli e stanze di cui è imprevedibile il tracciato e la topografia
28 July 2012
Attualmente la mia ricerca artistica si sta volgendo verso quella che ritiene sarà la sua vera forma (perennemente mutabile però! Che la crisalide si stia finalmente trasformando in farfalla? e dopo da farfalla in che cos’altro si trasformerà? ), ovvero il tentativo di fondere le mie pitture con le mie  performances e non solo ( via via allargandosi in una sinergia di menti esterne e collaborazioni con altri artisti che confluiscano insieme per toccare ogni lido della ricerca creativa) :

“Ho cominciato sin da piccola a disegnare volti in maniera ossessiva, tutti i personaggi che vedete nei miei dipinti sono realmente esistenti, amici e gente che ho incontrato nel cammino . Nasco come ritrattista ma tramite le persone che mi circondano voglio raccontare i nostri tempi e la mia generazione, rivelandoli attraverso il potere della fantasia, della metafora e dei simboli: il culto dell'apparenza, l'arroganza, il crollo degli ideali, la decadenza della nostra cultura occidentale che oramai è un potere capitalisticamente parlando e non solo, al declino.
Ho inoltre da sempre indirizzato un particolare interesse per l’ approfondimento dei vari stadi della condizione umana, del disagio psicologico del quale io stessa a volte sono stata affetta, divorando saggi di psicanalisi e criminologia senza mai dimenticare il romanzo d’avventura ed esplorando nella vita vera la “strada” anche nei suoi lati più marginali. Nella mia ricerca sono arrivata a sconfinare nei meandri del fachirismo e al pormi spesso la domanda su come affrontare il dolore in ogni sua forma.
Amo i riferimenti all'antichità ed alla tradizione della mia cultura di appartenenza, forse anche per il peso storico ed intellettuale che ha avuto la mia famiglia in passato e sono fgilia di un mondo morente : aristocrazia istriana decadente che per i suoi ideali umani ha rinunciato a tutto, ma non alla dignità. Questi riferimenti di cui parlo vengono decontestualizzati e rifatti vivere in una nuova forma .
A livello tecnico pittorico emerge dai miei dipinti una matrice di studio del disegno classica ed accademica, la quale però si nasconde e deride, viene nascosta e derisa, oppure fa capolino dispettosa  :-...surrealismo, realismo, iper realismo, grottesco: tutto naufraga tentando di definire quello che Nike fa . Ecco, il suo pennello è il naufragio degli stili già esistenti...- commenta Giuseppe D’Aura.
La sola pittura però mi lasciava un senso di insazietà, la mia curiosità mi ha spinto ad addentrarmi ulteriormente in ignoti lidi e voler utlizzare altri mezzi per dare diverse forme ed interpretazioni a pensieri medesimi. Ho difficoltà a capire chi vuole suddividere, dividere le varie categorie artistiche come se ognuna fosse a se stante: alla fine cambiano i mezzi ma i concetti espressi sono gli stessi, quindi perché non lasciare che interagiscano fra loro, alimentandosi a vicenda?
Ho cominciato a desiderare che i miei quadri vivessero e sono sempre stata affascinata dal concetto di “tableau vivant”, mentre da anni gioco col concetto di cornice collegato al quadro (in genere è ella stessa dipinta nell'opera)  , così  come anche il frame nelle mie pseudo-fotografie (dipinti) : ora  vedo emigrare il quadro uscendo dalla tela e portandosi naturalmente dietro la sua cornice fittizia per dare vita a delle installazioni umane. Ed è esattamente questo su cui lavorerò d’ora innanzi:  i miei tableaux vivants saranno un continuo divenire e faranno l’occhiolino alla poetica estetica dei miei quadri.

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