Dai miei diari: il lab di Giannino
12 October 2021
Giannino è un uomo di circa 70 anni, cilentano, ma partenopeo d’adozione. E’ un ingegnere mancato, talentuoso in tutto ciò che è meccanico con una grande passione per l’informatica, non l’informatica dei software, ma quella degli hardware che smonta e monta come se nulla fosse.

Ciò che vedete nella foto in alto è il suo atelier, si trova sotto un palazzo di una decina di piani dove scendi, scendi e ti ritrovi qui, ma fidatevi: non è niente. La sua casa è infestata di bulloni, ingranaggi e computer di varie generazioni. E’ un uomo cyberpunk, un misto tra il dott. Brown di “Ritorno al Futuro” e il personaggio di Luke in “La Cura del Gorilla”.

Non butta mai niente ed è sempre in divenire, la sua vita è un laboratorio

per questo Annamaria è disperata: epica – “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser” – e un motorino Piaggio (forse un “Ciao” o un “Issimo”) appeso in quel lab, come un prosciutto, dai primi anni ’80.

In casa loro non è mai entrato né un idraulico né un elettricista. Non esistono imbianchini, meccanici o altri tecnici, perché fa tutto Giannino curando il proprio operato nel dettaglio. E’ un capomastro allievo di sé stesso, uno sperimentatore. Qualcosa si rompe? Nelle mani di Giannino torna a funzionare. Qualcuno ha buttato un pc nella spazzatura? Nelle mani di Giannino risuscita o addirittura diventa un oggetto per altre funzioni.

Non so se qualcuno ricorda il disastro dell’Agip avvenuto nel 1985 nella zona industriale di Napoli. Quella tragica mattina, Giannino era lì, ma in un’altra azienda, aveva trascorso il turno di notte. E’ stato il tecnico specializzato di una fabbrica che si occupava di alti forni e ancora oggi, alle volte, ci racconta quell’ episodio.

Giannino ama la sua terra d’origine e la sua famiglia, anche se alle volte è un po’ orso. Non è dedito soltanto a bulloni e computer, ma anche al buon cibo (quello raccolto a mano) e all’aria pulita. E’ una persona buona e disponibile, paziente e burbero quando serve, parla poco, ma niente supera il suo grande amore per le figlie.

Gli uomini sono personaggi da raccontare, s’impara sempre qualcosa e non possiamo mai sapere quanto è sottile il filo che separa la passione dalla ricerca. Una cosa è certa, finché esistono ci sarà sempre un documento o un atteggiamento che li contraddistingue.

Donato Arcella

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