La Donna che "Amo" è Alda Merini. Firmato Raffaella Del Giudice
14/6/2012 ROMA - Cinquew.it ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Raffaella Del Giudice.
"Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso sei un granello di colpa anche agli occhi di Dio malgrado le tue sante guerre per l'emancipazione. Spaccarono la tua bellezza e rimane uno scheletro d'amore che però grida ancora vendetta e soltanto tu riesci ancora a piangere, poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli, poi ti volti e non sai ancora dire e taci meravigliata e allora diventi grande come la terra”. Alda Merini
Dicono di lei, che sostava per ore in un solito bar sui Navigli. Le piaceva osservare ciò che le accadeva intorno, ammirare la vita che le passava accanto. Amava vivere, amava la sua esistenza e accettava, ringraziando, l'infelicità momentanea in quanto anch'essa fonte di ispirazione e colore della vita. Consapevole della bellezza che ogni essere umano e vivente cela dentro, lasciava ribollire nei suoi versi l'influenza che questa aveva su di lei. Non le importava l'aspetto esteriore, a volte si dimenticava le fisionomie, quello che lei si apprestava a memorizzare era il contenuto di ogni singola persona. Ciò che l'anima diceva, lei lo raccontava, lo ascoltava, lo metabolizzava. Era una donna generosa. Il suo di più lo regalava agli altri così come donava al mondo intero i suoi versi senza rincorrere premi e riconoscimenti. Per questo era odiata dagli uomini che scrivevano solo per la gloria e mai per l'anima. Una cosa aveva, che la consolava, malgrado le lingue taglienti e i malanni che periodicamente affrontava preoccupandosi per la sua autosufficienza: i suoi cinque figli.
Questa donna, universo singolare e magico, era fonte d'ispirazione e artefice della sua arte. Ma non bisogna allontanarsi molto per comprendere cosa abbia di così speciale una donna. Basta posare lo sguardo su una madre. La mia, la vostra. Ogni donna cela dentro di sé il segreto della vita, situato in quel senso materno atavico, ed è ammirevole il modo in cui sin da piccola forgia ludicamente quel coraggio che diverrà parte imprescindibile della sua essenza.
Volgendo lo sguardo altrove incrocereste di sicuro il ricordo degli occhi di un'altra donna, anch'essa speciale, che nella sua vita è costretta a coprirsi completamente. Eppure quello sguardo la mette a nudo, svelando quel coraggio che negli anni ha dovuto trovare affinchè riuscisse a non venir meno alle leggi della sua società.
Viaggiando ancora potreste ricordare il volto catturato in una fotografia, una donna appartenente ad una cultura lontana, che ha dovuto farsi coraggio nel momento in cui si è vista costretta a cedere i proprio figli per una stupida guerra tra fratelli. I suoi bimbi diventano soldati senza che lei abbia potuto dire e far niente.
Non è nemmeno tanto lontano il ricordo di una donna che dedicò la propria vita a Dio e all'Amore. Una vera maestra di pace, compassione e umanità.
Ognuna di queste donne immaginate, pensate, viste, ammirate, esistenti e non più, hanno in comune una sola cosa: la capacità di ascoltare, comprendere e amare.
La donna combatte affinché le qualità di cui è portatrice escano alla luce. Chi lo fa in politica, chi tramite i propri versi poetici, chi invece si affanna a lasciarle emergere nel nome della verità, pagando con la propria vita il prezzo di quest'ultima.
Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne.
Nonostante coviamo in grembo il futuro, nonostante partoriamo grandi promesse e stringiamo al seno nuove speranze, veniamo considerare ancora come la parte debole dell'umanità e per questo “meritevoli” di punizioni e abusi che il più delle volte ci costano la vita. E adesso mi chiedo: non è forse debolezza la stessa mancanza di rispetto? Non è forse debole colui che cede alla gelosia e alla follia dell'istante? La passione brucia l'uomo, ma è necessario porre dei limiti affinché non venga intaccato tutto ciò che è donna.
Ammiro colei che si batte per questo; ammiro colei che soffre per questo, ammiro colei che tace per questo; ammiro colei che si ribella al mostro; ammiro colei che è capace di amare a prescindere da tutto; ammiro colei che rende ogni giorno speciale con la sua semplicità; ammiro colei che sceglie la parola al silenzio, la pace alla violenza, la comprensione all'ostilità, l'amore all'odio. Ogni scelta comporta un peso, e ogni donna sa a cosa va in incontro scegliendo una cosa per un'altra, ma qualsiasi sia il risultato lei troverà sempre la capacità di rialzarsi e continuare a camminare. Gli uomini tendono a fermarsi, le donne invece seguono l'andamento della vita. Vanno avanti.
Da queste premesse curate, pongo le basi per quella che sarà la mia prossima opera. Come donna-artista, tenterò di dare voce alle mille storie piacevoli o spiacevoli che un semplice sguardo e un breve ricordo, possono raccontare e ne “usciranno farfalle libere”. (cit. Alda Merini)
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