Biografia

Mi chiamo Farnaz Dehgari e nasco a Tehran, da un medico chirurgo e da un avvocato. Gli odori della mia infanzia sono quindi oltre a quelli delle spezie, quelli del sangue, della trementina e dei colori ad olio. Mentre mia madre mi racconta le storie, le disegna: sì, è una pittrice. Il mio primo disegno, che poi dipingo, è invece un meraviglioso tramonto: in quel momento scopro le infinite sfumature di un solo colore, scopro il passaggio dal giallo al nero, scopro la pittura e le mie personalità. Da adulta, studentessa di architettura, partendo da una matita, faccio della natura, la mia maestra, come dice Rembrandt. In seguito mi appassiono alla forza e alla delicatezza dell'acquarello e trovo la mia strada percorrendola, osservando la vita delle cose e delle persone in un parco, alla stazione o sugli autobus con il mio taccuino. Questi progetti si trasformano poi in opere, esposte in Iran. Per continuare i miei studi, mi trasferisco in Italia, me ne innamoro e diventa la mia seconda casa. Mi ritrovo in una sala pittura del mio alloggio, la sala blu, che si chiama magazzino 2: allo scoccare di ogni mezzanotte inizia il mio viaggio...e il magazzino diventa Venezia, una camera di un ospedale, un bar, un viale alberato, Napoli. Finite le lezioni, c'è il tempo per me, il mio taccuino e le persone che incontro, poi arriva sera e la "magia blu" ricomincia, alla ricerca di un linguaggio comune, universale. Ma capisco che non c'è niente di più universale delle mie emozioni ed arrivo alla mia fase simbolica e surrealista, dialogo con gli oggetti: il primo è stato lo specchio, che mi ha fatto vedere oltre; ora una valigia, una valigia rossa. Vuoi aprirla?