Biografia

Sono nato in una famiglia dove l'arte è sempre stata di casa. Dipinti e sculture create da generazioni di Lazzarini mi hanno accompagnato più o meno silenziosamente durante la mia giovinezza.
Solo a scrivere queste iniziali righe affiorano in me dolci ricordi d'infanzia. L'odore dei colori ad olio che saturava la stanza/studio di mio padre. Gli strani ed astratti quadri di mio nonno, che dall'alto di pareti verde pallido mi spiavano. Strano poi che io ricordi perfettamente il mio primo quadro, dipinto quando non avevo compiuto i 10 anni, un semi-astratto di un vermiglio acceso creato furtivamente nel retro del materasso del letto dei miei cari genitori.
Purtroppo il crescere in una famiglia ove la dote artistica era cosa comune mi condusse a tralasciare l'arte che era in me. Pensavo che il possederla era cosa banale, non preziosa. Fu solo molti anni dopo (ed un libro sulle opere di Salvador Dalì) che compresi quanto ero fortunato, quello era un dono che dovevo accudire e nutrire con esercizio e buone letture. Quella dote ero io.
Così per dieci anni ho creato numerosi quadri (oltre 60) inizialmente a tempera, poi con gli smalti e successivamente ad olio.
Erano quadri ispirati al surrealismo ed al simbolismo che esploravano il lato oscuro del mio io. Nati nei momenti di tristezza e depressione, erano gli scrigni custodi della mia solitaria giovinezza.
Poi con il tempo il mio carattere, timido ed introverso, mutò ed io, divenuto felice, smisi di dipingere.
Ma nulla è eterno, nulla è immutabile. Così nuovi quadri hanno preso vita...

Per 15 anni, racchiusa nell'impalpabile luogo dei pensieri, la mia pittura mutava e maturava. Celate ancor di più allo sguardo altrui, composizioni abitate da idee, simboli, dolori e gioie, crescevano.
Il primo quadro nato dopo questo lungo silenzio è stato L'approdo (2014). Una piccola tela a celebrazione del grande viaggio.
Finalmente la nuova terra! Lo so, è ignota ma i delicati colori mi invitano. Il nero, simbolo cupo delle paure, era assente, le alte candide mura delle città mi attraevano come una falena alla luce. Mentre i magri cipressi, come scure sentinelle, mi osservano nella calura di un estate che stava per iniziare.

In giovinezza la mia arte era stata gelosamente nascosta ai più, ma oggi abbandonato l'egoismo, ho compreso cosa vuol dire essere artista. Aiutare le persone a confrontarsi con quelle domande che forse non erano in grado di porsi.
Non sono alla ricerca di risposte ma delle domande....

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