Biografia
Giovanni Guida (Acerra, 12 ottobre 1992) è un artista, pittore e illustratore italiano. I suoi lavori sono realizzati con la tecnica pittorica surrealista del grattage.
Dopo aver intrapreso gli studi presso il Liceo artistico statale "Luca Giordano" di Aversa, si diploma e specializza con lode in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli.
I suoi dipinti sono caratterizzati dalla profondità del nobile blu di lapislazzuli - che si proietta oltre l’umano, tra apoteosi e gloria che non hanno dimensione: l’oltremare spirituale che ricerca l’infinito, la Divinità che si dis-vela attraverso la soave azzurrità del cielo («lo splendore della sua altezza è in sé l'oscurità della sua ampiezza che tutto racchiude»), il soffio vitale, la meditazione e la rivelazione attraverso l’abbraccio cosmico – dall’argento che ricorda la raffinatezza delle sculture preziose dell’oreficeria sacra, e dall’oro che richiama l’alleanza tra l’Assoluto e l’uomo, la “metafisica della luce”, l’incorruttibilità ed eternità dell’arte.
La sua pittura è basata sul valore dinamico del ‘segno’, con linee morbide e sinuose che si intrecciano e si intersecano fra loro, e sulla centralità del gesto, ampio e deciso. Approfondisce la sua ricerca sul colore e sulla luce, muovendosi verso un'arte astratta; attraverso sovrapposizioni di colori ad olio, striati con le tecniche surrealiste del grattage e del frottage, si prefigge l’obiettivo di rispondere ai segni e alle forme inattese creati dalla trama, raschiando via la pittura, quasi squarciando quel “velo di Maya” (chiara allusione alla filosofia di Arthur Schopenhauer) che copre l’essenza delle cose; questo "dis-velamento" lascia vedere quello che si nasconde, non cercando di strappare ciò che è nascosto al suo nascondimento, bensì guardandolo nel suo nascondersi (Martin Heidegger ricorre all'etimologia del termine greco alétheia, "verità", che nella radice richiama il "non nascosto", ciò che esce dal disvelamento).
Per questo metodo di lavoro, si avvale di strumenti nuovi, sperimentando utensili comuni e oggetti di uso quotidiano, come spugne, stiletti, bisturi, spazzole in acciaio e piccoli blocchi metallici. La sua indagine penetra la “pelle” della pittura, fino ad arrivare al fondo delle sue viscere e, nella frammentazione luminosa del colore, ne cattura l’intima essenza. Il colore liberato, riportato alla sua purezza e brillantezza, rende visibile (epifanìa) la genesi delle cose, la profonda struttura della realtà, il mondo nel suo stato nascente, approdando ad una sorta di “trascendimento spirituale” della percezione. Assistiamo ad una 'transustanziazione' (conversione) del colore che si trasforma efficacemente in arte attraverso l'unione tra il cielo e la terra (Ecce video cælos apertos). Questo è l’incipit di un percorso spirituale che ha lo scopo di svincolarsi dalla materia, tramite continue ierofanie, in una proiezione senza orizzonti, punti di fuga e limiti per “raggiungere l’impossibile”: il velo caduto scomparirà progressivamente dagli occhi e sarà possibile fare esperienza della verità (il momento in cui l'artista riesce a sollevare il velo di Maya, a penetrare il 'principium individuationis', ossia il principio di individuazione, fino a sopprimere qualsiasi distinzione fra la persona propria e l'altrui, riconoscendo in tutte le creature se stesso ed abbracciando l'insieme delle cose).
Nei suoi "grattages" i profondi graffi creati esaltano i colori brillanti degli strati pittorici sottostanti e creano contrasti cromatici e chiaroscurali, sottolineando l'importanza della tensione tra gesto e plasticità all'interno del processo creativo.
Nel 2016-2017 la sua icona "Caesarius Diaconus" è esposta in celebri musei, cattedrali e basiliche nel mondo: Kunstgewerbemuseum di Berlino; Museu Frederic Marès di Barcellona; Museu de São Roque a Lisbona; Museo Nazionale Slovacco - Museo Storico di Bratislava; Der Stiftsschatz St. Peter und Alexander im Stiftsmuseum in Aschaffenburg; Terra Sancta Museum a Gerusalemme; Cattedrale di Manila; Cattedrale di Buffalo; Cattedrale di Essen; Cattedrale di Dubuque; Basilica di Santa Maria in Campidoglio in Colonia; Glastonbury Abbey; St. Antony Chapel in Pittsburgh; Mollinger Museum in Pittsburgh.
Nel marzo 2020 la sua opera "E guarirai da tutte le malattie... ed io, avrò cura di te" (Dio smaterializza la struttura molecolare del coronavirus Covid-19 sull'Italia e sul mondo per porre fine alla pandemia del 2019-2020) diventa virale in rete.
Nel 2020 realizza l'opera "Apoteosi di Dante Alighieri a Firenze: l'Amor che move il sole e l'altre stelle" in occasione del 700º anniversario della morte del Sommo Poeta (1321-2021).
Le sue opere sono state pubblicate sui principali quotidiani e celebri riviste del mondo.