Biografia


Bio
Manuel Grosso nasce a Gorizia nel 1974, vive e opera a Romans d’Isonzo (Go).
Ha conseguito una formazione artistico-filosofica. Da cinque anni ha aperto “Maninarte”, uno studio con funzioni di bottega d’arte, galleria e promozione socio-culturale nel paese di residenza.

Personali
2017
Fragmenta, Circoloquadro, Milano a cura di Ivan Quaroni
2010
Dalla terra, Galleria d’arte La Fortezza, Gradisca d’Isonzo, (Go)
2008
Dalla terra, Piccola Galleria, Bolzano

Collettive
2016
Streetscape 5, a cura di Chiara Canali e Ivan Quaroni, Como
Sesta rassegna di arte contemporanea, Casa dei Carraresi, Treviso
Statements 2016, Associazione culturale Circoloquadro, Milano
2014
Artisti per Solidea, Studio artistico Maninarte, Romans d’Isonzo, (Go)
2013
Arte&Restauro&Paesaggio, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone, (Go) (cat.) -Artisti per i ragazzi di Val, Studio artistico Maninarte, Romans d’Isonzo,(Go)
2012
Terra – immaginare il tempo, Villa Randi, Clauiano, (Ud)
2011
Paesaggi contemporanei, Galleria Provinciale ArtOpenSpace, Gorizia
2010
Le rifrazioni dell’arte - 50 anni di pittura al Max Fabiani, Palazzetto Veneto, Monfalcone, (Go) -Beats, Caffè Bordo-Museo del Confine, Gorizia
2009
Aeson , Isola della Cona, (Ud) (cat.) - 2008 Land on earth, Isola della Cona, (Ud)-Unodidue, Libreria Equilibri, Gorizia - Piccolo formato, Atelier Bernot , Gorizia -Sotto/sopra, Atelier Bernot, Gorizia - Strofe dipinte di jazz, laghetti Fipsas, Romans D’Isonzo, (Go) -2007 Terra, Centro Culturale Dobia, Dobia (Go)
2006 Amsgee, Casa Candussi, Romans d’Isonzo (Go) 2003 -Mostra illustratori- Sezione Non fiction, Fiera del libro di Bologna (cat.) - 1996 Hic et nunc, centro storico Valvasone, (Pn) (cat.) - 1995 Segnogestocolore, Biblioteca Comunale Staranzano, (Go) -Segni, Biblioteca Comunale, Ronchi dei Legionari, (Go) -1992 L’ISA alla Spazzapan, Galleria Regionale Spazzapan, Gradisca d’Is. (Go) (cat.)

Statement
La superficie terrestre, intesa come una grande tela su cui intervenire facendo degli strappi/calchi, è il luogo fisico e psichico della mia ultima ricerca artistica.
La logica di recupero degli affreschi attraverso la settecentesca tecnica dello strappo viene da me rivisitata simbolicamente e, mutatis mutandis, tecnicamente.
L’azione creativa consiste esattamente nell’andare alla ricerca di porzioni orografiche, tracce, passaggi di vite umane e animali, oggetti sepolti e abbandonati, a volte privi di qualsiasi potere seduttivo che vengono letteralmente “strappati” con l’ausilio di resine poliuretaniche dai loro siti e, arrivati allo studio, dipinti con velature monocrome. Visivamente si potrebbero definire basso o altorilievi organici.
Come nel caso delle serie dedicate all’azione texturizzante della pioggia sulla sabbia e delle impronte delle reti da strascico sulla battigia, ciò che mi interessa ha quindi a che fare con cose minime, spesso nascoste, ma portatrici di un un lirismo silenzioso.
Psichicamente, uno sguardo rivolto in modo concentrato alla terra, al suo “salotto sotterraneo”, mi permette di strappare consapevolezza all’ horror pleni quotidiano. In questa serie di lavori il processo creativo stesso conta quanto l’oggetto finito. La dimensione ludica che lo caratterizza è soggetto stesso, ma implicito, delle mie intenzioni artistiche. Il corpo fisico coinvolto nell’azione di ricerca dello stimolo visivo, l’aspetto energetico più sottile dei pensieri e delle intenzioni progettuali stimolate da ogni nuova osservazione , l’aspetto coscienziale via via ancor più sottile di sospensione dei pensieri che a un certo punto si palesa e fa da substrato all’intera operazione creano un palinsesto progettuale che sfocia nella sintesi formale degli “strappi”.