Biografia

Rintracciare nelle opere di Laura Saddi un surrealismo pop, contemporaneo approdo del surrealismo storico, mi pare riduttivo. I suoi soggetti fantastici emergono dal profondo, ambientati in una terra ricca di piante ed erbe, spesso sono ibridi, fluttuanti e sospesi su soffi di vento gelido, o fermi, imponenti e statici come alcuni ritratti del Quattrocento toscano tra Piero del Pollaiolo e Piero della Francesca.
La sua vena malinconica è panica, per questo il suo è un surrealismo “cosmico” di matrice pessimista, inteso nell’accezione leopardiana del termine. Un folto bestiario immaginifico, una ricca natura, una varietà umana e animale insieme, dimostrano quanto la Saddi sia una fine osservatrice del fenomenico: ironicamente ne rende manifeste le miserie, servendosi della più libera arte dell’associazione semantica. Unisce con estrema sintesi, utilizzando pittura, collage e disegno, gli elementi formali dei tre regni naturali, creando una quarta dimensione, in cui l’universo abita la figura umana. Questo gustoso ecclettismo porta verso un’armonia decorativa che ricorda il secessionismo viennese, reso come tessuto di raccordo, materiale e figurato, tra i personaggi e gli sfondi.
Infine, si riscontrano nella ricerca della Saddi alcune affinità con i percorsi femminili del surrealismo, in cui si rivalutano tutti gli elementi naturali e animali, determinando un ecologismo ante litteram, si ricercano metaforiche potenzialità vitali e la dimensione personale è intesa come fonte biografica per inventare racconti e opere visive, come nelle ricerche dell’inglese Leonora Carrington, della spagnola Remedios Varo, e della messicana Frida Kahlo.

Ivana Salis


"Quanto a ciò verso cui tendi, è qualcosa di grande, di eccelso, di vicino a dio, l’imperturbabilità." Seneca, De tranquillitate animi Le Figlie di O, figure fantastiche generate sul grado zero al confine tra terra e cielo, algide creature incorniciate da barocche gorgiere non temono lo sguardo di chi le osserva. Appartengono a un mondo "altro" dove il bene e il male sono fusi come sostanza delle cose. Esse stesse, simili a creature mitologiche, come antiche Ninfe incarnano la natura e la proteggono: Alseidi per i boschi, Anthuse per i fiori, Nereidi per i mari, Idriadi per le sorgenti. L'artista le ha fatte sbocciare sulle sue mani in una vorticosa danza rituale che si avvolge senza sosta nei bellissimi disegni a inchiostro per rallentare in una precisa pittura "rinascimentale" carica di simbologie e di codici spesso indecifrabili. Le figlie di O hanno scelto di affacciarsi a piccole finestre che danno a questo mondo per consegnarci il fuoco di Prometeo: l'atarassia. Un senso di completezza, di serenità dal quale però dobbiamo essere pronti a sfuggire quando lo spirito lo richiede: " Non può raggiungere mete sublimi ed elevate chi è sempre padrone di sé: è necessario che si allontani dalla solita strada e abbia un’impennata verso l’alto e morda i freni e trascini il suo auriga e lo conduca là dove egli da solo avrebbe avuto paura a salire" ( Seneca) Queste affascinanti creature, poste nel punto di fuga su cui Paolo Uccello sperimentò le sue battaglie prospettiche e Botticelli le morbidezze plastiche, sorgono all'orizzonte del contrario del mondo che veneriamo e del mondo che viviamo e che siamo. A noi la decisione di essere presi dallo sgomento o restare ancora un attimo in contemplazione, rapiti da sguardi che promettono di non promettere. Efisio Carbone