Biografia
Fotografo e grafico reggino, muovo da qualche anno i primi passi nella pittura informale, trovando ispirazione in maestri come Turner, Richter, Rothko, Kline, Mitchell. Il mio primo incontro con l’arte avviene attraverso la fotografia e con essa cresce fino a trovare la sua massima espressione nella pittura. La ricerca di immagini, l’equilibrio delle “forme” e la profondità di colore sono il leit motiv delle mie opere, il punto di partenza per l’analisi delle mie tele. Quel che cerco di dipingere sono opere astratte riferite alla realtà, sono un mio esperimento di dialogo con la vita quotidiana, un insieme di segni, colori, bagliori e movimenti che mi attraversano. E’ una sensazione contrastante, alienante e riempitiva che mi permette di sprofondare per poi riemergere da un abisso di istinti. Un’esperienza di solitudine cercata dalla quale ne esco emotivamente scosso.
Il ricorso alla stesura di colori secondo sottili variazioni tonali è il mio tentativo di espressione di nuovi effetti spaziali, le libere pennellate e i densi strati di colore rappresentano invece la passione e la sofferenza che si infrangono sulla tela.
A chi guarda, il diritto di decidere, identificarsi e districarsi in un giudizio. La pittura rappresenta per me una forma di evasione e il vero motivo che mi porta a dipingere è custodito in ogni singola pennellata, in ogni variazione di tono, in ogni intreccio di segni…
“Tutti hanno un tema che seguono, un’immagine che hanno sempre cercato di ottenere. Se dipingo un quadro astratto prima di farlo non so quale debba essere il suo aspetto, e anche mentre dipingo non so dove voglio arrivare, che cosa ci sarebbe da fare e a quale scopo. Per questo dipingere è quasi uno sforzo cieco disperato, come quello incomprensibile, come quello di chi possiede un determinato assortimento di utensili, materiali e capacità e abbia il desiderio impellente di costruire qualcosa di sensato, utile che però non può essere né una cosa né una sedia nemmeno una qualsiasi cosa definibile, chi ci sta lavorando continua a costruirci sopra, nella vaga speranza che il suo giusto e professionale operare possa da ultimo dare vita a qualcosa di giusto, di sensato.”
Catalogo della mostra “Gerhard Richter”,Pier Luigi Siena, Peter Weiermair e organizzatrice Brighitte Unterhofer, Museion, Bolzano 1996, p. 4.