Biografia
Raimondo Colantonio
Nasce a Torre del Greco (NA) nel 1972.
Fin da giovanissimo mostra spiccate doti pittoriche, passa il tempo a sperimentare materiali.
Dopo le scuole dell’obbligo, decide di non proseguire gli studi prendendosi un anno di riflessione, in cui intraprenderà un viaggio itinerante dalla Sicilia alla Lombardia, durante il quale lavorerà con carboncino ed oli, osservando e studiando i vari paesaggi.
Consegue la Maturità di Arte Applicata, presso l’Istituto Statale d’Arte di Torre del Greco, nel 1992.
Studia le opere degli antichi, il disegno, la pittura, la scultura.
Vive ed opera in Solbiate Arno (VA)
Ha esposto e partecipato a premi e concorsi in diverse città.
Punti salienti dell’attività artistica:
2022
• “Hic et Nunc”, Mostra d’Arte collettiva, OnArt Gallery Firenze (FI) a cura di Romina Sangiovanni.
• Mostra collettiva, Art&More, “Il Mare d’Inverno”, Spazio Otium, Fagnano Olona (VA)
2021
• VI° Esposizione Arti Visive 2017, Castello Orsini, Fiano Romano (RM), a cura di Associazione Culturale GIARTE, “partecipazione fuori concorso”
• Concorso Internazionale di pittura, disegno, grafica e acquerello, VIII edizione della Biennale “Metropoli di Torino” a cura di Associazione Arte Città Amica (TO)
• Esposizione collettiva “La Quadrata 2021”, Galleria d’Arte Il Melograno (LI)
• “ Correlazioni – Legami di rame” istallazione collettiva a cura di associazione culturale Le Arti Possibili, (MI)
2019
• “ Humans” Mostra d’Arte collettiva, Galleria d’Arte San Lorenzo, Poppi (AR)
2017
• “Small is better” mostra del piccolo formato, Arnaout Spazio Arte, (MI)
• “Blanc e Noir” Expo de Académie d’Arts Plastiques d’Epinal e Unione degli artisti del Chierese, Maison du Bailli, Epinal, Grand Est, Francia.
• “Oltre l’immagine” III Edizione Premio Chieri Arte, Galleria Palazzo Opesso, Chieri (TO)
• III° Esposizione Arti Visive 2017, Castello Orsini, Morlupo (RM), a cura di Associazione Culturale GiArte, "primo premio".
• “FIND ME!”, International Group Show, BIENNALE OFF-57. BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA, a cura di Massimo Casagrande e Davide Gabriele.
• “ Catastrophe”, Expo de Académie d’Arts Plastiques d’Epinal e Unione degli artisti del Chierese, centro culturale di Epinal, Grand Est, Francia
2016
• Premio Roberto Zambelli, esposizione-concorso presso Centro di Cultura e Arte Contemporanea Torre Strozzi, Perugia.
• Premio Verdi OFF, Rassegna Evento, a cura di 360 Creativity Events, Parma.
• “Ancora una volta soltanto (la mela e i suoi perché)”, Mostra d’Arte Contemporanea
Castello di San Michele, Ossana (TN). A cura di Massimo Casagrande.
2015
• “In contemporanea Porcari” Mostra d’Arte Contemporanea e Concorso, Fondazione Giuseppe Lazzareschi, Porcari (LU) A cura di Riccarda Bernacchi e Lucia Morelli.
• “Impressioni di Settembre” - “Art-Saporando”, Mostra d’Arte Collettiva presso Villa Anita, Sigillo (PG) Curatore della mostra: Matteo Cascetti.
• Esposizione 1^ Edizione Concorso Iconografico Festa Internazionale della Storia: “Diritti…d’immagine. Luci, ombre e colori sui diritti umani” (BO)
2014
• “Mostra sulle Due Guerre Mondiali”, Associazione Fagnano Viva, Fagnano Olona
(VA)
2012
• Mostra d’Arte Collettiva, Galleria Arianna Sartori, (MN).
• “A occhio nudo”, la filosofia scopre il corpo, Mostra d’Arte Collettiva e conferenza di filosofia, Varzi (PV)
2011
• Mostra collettiva Sacro Monte (VA)
• Si iscrive ai corsi della Libera Scuola del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, (MI)
2006
• Premio Agazzi 2006, Presezzo (BG), “segnalazione sezione acquerello”.
• “Fuori Cità – studio”, Premio di Pittura, Museo della figurina di gesso, Coreglia Antelminelli, (LU).
• "PREMIO XS 2006", Concorso d’Immagini Minime, Pesaro (PU), “premio del pubblico”.
2005
• V Biennale d’Arte Sacra, Anno Gerardino, Santuario San Gerardo Maiella, Materdomini (AV), premio acquisto.
2003
• “DANTE EUROPEO”, XIV Biennale Internazionale Dantesca, Centro Dantesco, (RA) Curatori: Fr. Maurizio Bazzoni, Benedetto Gugliotta, Giorgio Segato.
2001
• Laboratorio e mostra, corso di tecniche di illustrazione diretto da Kvĕta Pacovská, Associazione Nuova Teatrio, (VE)
1999
• “Segni e colori contro la mafia”, Mostra d’Arte Collettiva, Palazzo delle Esposizioni, (ROMA)
1998
• “LA PORTA PER LA CITTA’ DI DANTE: PARADISO”, XIII Biennale Internazionale Dantesca, Centro Dantesco, (RA) Curatori della mostra: Fr. Maurizio Bazzoni, Padre Enzo Fantini.
1996
• Si iscrive ai corsi della Libera Scuola del Nudo, Accademia Di Belle Arti di Napoli dove segue il corso di incisione della Prof.ssa Maria Rosaria Perrella.
• I Biennale d’Arte Sacra, Santuario San Gerardo a Maiella, Materdomini, (AV)
1992
• Rassegna di Pittura, Galleria La Ginestra, Torre del Greco (NA), “primo posto per la giuria popolare”.
1991
• XVI Biennale Nazionale d’Arte Sacra, Torre del Greco (NA), “premiato con medaglia”.
1989
• XV Biennale Nazionale d’Arte Sacra, Torre del Greco (NA), “premio in danaro”.
1985
• “Un angolo della tua città”, Concorso d’Arte, Torre del Greco (NA), “premiato con targa al merito, per le non comuni doti pittoriche”
Mostre Personali:
2021
• “Il lungo cammino bianco”, Galleria d’Arte Il Melograno (LI)
2020
• Piccola esposizione in memoria dei caduti dell’ARMIR, refettori del complesso Parrocchiale Madonna del Rosario, Redecesio di Segrate (MI)
2018
• Mostra personale, Castello Ducale Orsini, Fiano Romano (RM) a cura di Giarte Associazione Culturale.
• “Verso casa tra sofferenze e speranze”, Villa Pomini, Castellanza (VA)
2017
• “Verso casa tra sofferenze e speranze”, Galleria d’Arte Palmieri, Busto Arsizio (VA) esposizione a cura di: Andrea Palmieri, Ettore Ceriani.
2013
• “Centomila gavette di ghiaccio”, Pro Loco, Settimo Milanese (MI)
• “Percorsi”, Biblioteca comunale, Solbiate Arno (VA)
2011
• “Un viaggio tra cielo e mare”, Libreria la Memoria del Mondo, Magenta (MI)
2010
• Pro Loco, Gallarate (VA) Curatore della mostra: Pietro Tenconi.
• Artecultura, Sala Olimpia, (MI).
Recensioni:
“Il saldo fondamento su cui il giovane pittore Raimondo Colantonio va costruendo la sua carriera artistica è di natura morale e spirituale. Egli ha una visione semplice e nobile dell’arte così come dell’uomo e delle cose, che si avverte scaturita da convinzioni autentiche, e che traluce dalla pacata riflessività della sua persona. Senza ansie di pervenire - ciò che già lo distingue dall’arrivismo drogato di tanti giovani artisti del panorama attuale – egli procede con calma nel suo affinamento in cui la crescita di interiorità e di mestiere si sostanziano a vicenda.
Di fronte ai motivi della realtà Colantonio si pone con un atteggiamento ancora capace di una casta meraviglia, e i soggetti lo ricambiano conservando una serena pulizia, una commozione sincera…”
Napoli 2000, Paolo Mamone Capria
Pittura in divenire, ma sostenuta da una base solida, segno di una buona padronanza del disegno e delle vere tecniche pittoriche, usa con maestria sia l’olio che il carboncino.
La sua pittura si caratterizza per un espressionismo velato di una sorta di malinconia per le stoltezze umane.
E’ chiaramente una pittura di impegno civile, che gli fa onore, in un momento in cui prevale disimpegno e individualismo.
Settimo Milanese 08/06/2013, Cataldo Russo
In questo ciclo di opere recenti, dedicato al tragico esodo dell'armata italiana in Russia, le figure di Colantonio vanno, incamminate nel silenzio assordante di un deserto di neve, empatizzate dall'animo sensibile del pittore come veri compagni di strada, quasi anche lui fosse uno di quegli artisti cui toccò in sorte di condividere, annotando in scarni e dolenti taccuini di appunti, il destino di essere soldati al fronte.
Questi uomini di Colantonio avanzano in fila, perdendosi nell'indistinto, delineati da abili segni e tocchi sintetici di colore, o a momenti si stagliano, infagottati, chini nella loro individualità di dolore e fatica, come nelle riuscite sculture, in cui il dettaglio narrativo non raffredda la felice sintesi formale e il palpito dell'emozione.
Così grazie alla resa partecipata del nostro artista queste figure vaganti, sperdute e malgrado tutto resistenti in un paesaggio che si imparenta con la " waste land " eliotiana o la scabra nudità delle scene beckettiane, assurgono a metafore di quella solitudine del dolore di ogni uomo, che tutti nel profondo affratella. " Di che reggimento siete / fratelli ? / Parola tremante / nella notte / Foglia appena nata / Nell'aria spasimante / involontaria rivolta / dell'uomo presente alla sua / fragilità / Fratelli. " (Ungaretti) .
Ringraziamo Colantonio di essere anche capace di guardare e descrivere con chiarezza e commozione la serietà della condizione umana.
Napoli, febbraio 2017 Paolo Mamone Capria
VERSO CASA TRA SOFFERENZE E SPERANZE.
La prima volta che ho visto una piccola scultura ed un dipinto di Raimondo Colantonio sono rimasto meravigliato in quanto le ho trovate audacemente realistiche, ma pure capace di suscitare sentimenti profondi, fino al limite della provocazione per il modo con cui la sua semplicità espressiva sapeva incidere nel profondo.
Oggi la figurazione è in disuso. D'altronde, dopo quanto hanno fatto i maestri del passato è difficile rapportarsi alle loro opere.
Sono anche cambiati i tempi: la società contemporanea è in crisi e le forme che servono a rappresentare meglio i disagi del nostro tempo sono quelle dell'espressionismo, per il modo con cui si disarticolano i volumi e si deformano le immagini che esprimono i disagi della vita. L'alternativa è l'astratto, in tutte le sue varianti, poiché rappresenta una esperienza più intima, completamente fuori dalla realtà vissuta.
La figurazione di Colantonio è schietta e lineare, va diretta ed incisiva alle motivazioni per cui nasce.
In particolare, il ciclo dedicato al tragico esodo dell'esercito italiano in Russia è frutto non solo di un sincero e documentato ripensamento degli avvenimenti, ma anche di una commozione schietta e sincera.
Uniformi sdrucite ed ai limiti della consistenza, tanto da non sembrare nemmeno divise; scarpe sfondate e passo pesante; sguardo fisso in avanti, alla ricerca di un possibile punto di riferimento; fucile ridotto ad inutile peso, zaino inconsistente.
Cosa è rimasto del soldato? Praticamente nulla! Eppure in quelle figure, emaciate e quasi evanescenti, è rimasta la speranza di tornare a casa e la dignità che si trasforma, pur nelle difficoltà, in una disperato sforzo di resistenza.
Ho avuto la possibilità di leggere alcuni libri sull'argomento e di sentire i racconti da parte di persone che sono riuscite a tornare a casa.
Gli episodi di cui mi hanno reso edotto trovano piena rispondenza visiva nelle immagini che Raimondo riporta con sentita emozione nei suoi dipinti.
Sono rimasto impressionato da alcuni particolari che mi sembrano molto eloquenti. Innanzitutto il sordido colore grigio che avvolge la scena del peregrinare in una terra sconosciuta e nemica: il colore dell'ambiente (dalla terra al cielo) è privo di luce, di squarci, di particolari naturalistici. Le figure, alcune in primo piano, altre lontane (ma comunque disperse in piccoli gruppi), si confondono nell'atmosfera desolata che li avvolge e che ha il sapore amaro della disfatta.
Una sconfitta che oltretutto pesa, poiché avvenuta in una guerra portata avanti non a difesa della propria terra e dei relativi valori, ma per aggredire un altro Paese e perpetrata da governanti prigionieri del loro pazzesco ego.
Mi torna in mente una battuta del film “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo, quando al comandante delle truppe francesi alcuni giornalisti chiesero se fosse vero che i patrioti algerini venivano torturati con l'utilizzo della fiamma ossidrica.
A loro l'ufficiale rispose che quando si ricorre alla guerra non si può in seguito discernere sui mezzi utilizzati. Una discussione che appare quanto mai attuale.
La guerra è sempre e comunque una immane tragedia in quanto non solo va contro le innumerevoli lezioni lasciateci dalla storia, ma rappresenta un vero e proprio insulto verso l'umanità.
Per non parlare dei tanti effetti imprevedibili e sconvolgenti che porta in seguito. Seppur simbolicamente, le disavventure di Ulisse nel tornare ad Itaca sono quanto mai eloquenti.
Le tele e le sculture di Raimondo Colantonio non sono superate, perché i pericoli di una guerra persistono tuttora ed in quanto tali feriscono l'osservatore, come solo le possono ferire le verità estreme.
A quanti si chiederanno se valga la parte di riesumare tali vicende dopo tanti anni, riporto un pensiero di Goethe: “Dove vien meno l'interesse vien meno anche la memoria”.
Maggio 2017 Ettore Ceriani
IL LUNGO CAMMINO BIANCO
"Una lunga colonna grigia nella grande distesa bianca, il rumore della neve, il respiro del compagno nel tragico silenzio della distesa ghiacciata. Fantasmi che si sostengono l’un l’altro, con il coraggio della speranza di un ritorno ai loro affetti. Le ombre, in lento moto, si confondono fra cielo e terra, e le vediamo così, perdute nel bagliore accecante della gelida foschia.
Siamo lì, insieme a loro.
Scarna e sintetica, dai magistrali toni, la pittura di Colantonio rende un commovente e composto omaggio agli uomini che affrontarono il dramma di quel tremendo inverno russo del 43”.
Settembre 2021 Maria Teresa Majoli
Del suo lavoro hanno scritto tra gli altri:
Anna Tucci, Alessandra Arcella, Gina Affinito, Paolo Mamone Capria, Ettore Ceriani, Teodosio Martucci, Cataldo Russo, Maria Teresa Majoli.
Si sono interessati alla sua attività artistica realtà giornalistiche come “La Torre”, “Il Giornale di Coreglia Antelminelli”, “ArteVarese”, EkoJurnàl, VareseNews, La Prealpina, Lombardia Oggi.